Fermate il mondo, voglio scendere!

Giuseppe Lembo

Non possiamo, come Italia, assolutamente considerarci un Paese civile; un Paese degno di stare in un consesso mondiale (quinto posto) che si chiama G8 e/o nei nuovi confini del G20.

Siamo sempre più vicini al terzo mondo, con tutto il rispetto dovuto al terzo mondo ed alle sue attese di riscatto umano, sociale ed economico.

L’Italia ha ormai perso la bussola e con la bussola il suo interessante livello di civiltà; l’Italia ha ormai deciso di suicidarsi; di cancellare il suo passato e di costruirsi con le proprie mani il suo default; il suo fallimento. Siamo in una condizione di crisi profonda; una crisi che comporta sofferenze da lacrime e sangue alla nostra gente e che è motivo crescente di un maledetto distacco umano, sociale, politico ed economico da chi doveva invece camminare assieme, facendo tratti di strada insieme, con l’obiettivo di migliorare il pianeta Terra, le condizioni umane di tutti gli uomini, eliminando o riducendo i privilegi e favorendo in alternativa a questi, i diritti umani; prima di tutto il diritto alla vita ed alla dignità della persona, un diritto da non negare assolutamente a nessun uomo del pianeta Terra. L’Italia, cancellando il meglio di se stessa sta sprofondando in un baratro da cui solo un miracolo può farla risalire e rinascere, recuperandola a nuova vita.

L’Italia soffre e non poco di malapolitica; soffre e non poco di malasocietà  schiacciata com’è, tra l’altro, da una burocrazia, in assoluto, sicuramente la peggiore d’Europa, che non permette al nostro Paese di vivere normalmente e normalmente convivere con gli altri Paesi d’Europa e del mondo, cooperando per il bene comune e rispettandosi vicendevolmente.

Questa è l’Italia di oggi; l’Italia in cui viviamo, ridotta, purtroppo, per colpa di chi la governa, così male da far gridare con sofferenza, a tanti italiani che amano l’Italia e vorrebbero poter vivere almeno in un Paese normale, “mi vergogno di essere italiano”.

I gravi mali d’Italia sono somatizzati fino in fondo da tanti italiani, per cui tutti insieme diventano un pesante fardello per chi, amando il proprio Paese di un amore grande, ne riceve come sola riconoscenza una disumana condizione di sofferenza umana assolutamente non meritata.

Che fare? Certamente non c’è da pensare da non dover fare niente; di attendere fatalisticamente che si arrivi alla fine, una fine coinvolgente fino in fondo uomini e cose italiane.

Questa è una strada assolutamente sbagliata; è un vicolo cieco che non porta da nessuna parte.

Bisogna cambiare strada; bisogna rimboccarsi le maniche e pensare ad un progetto d’insieme che metta in sicurezza da subito il Paese, recuperandolo, anche se in extremis, dalle condizioni tristi di un fallimento, purtroppo, da tempo annunciato.

I mali d’Italia sono soprattutto mali antropici; sono i mali con arroganti protagonisti i tanti padri-padroni che hanno governato il Paese sgovernando e facendone crescere a dismisura la burocrazia sempre più arrogante ed i poteri forti, del tutto indifferenti agli italiani, sempre più in prima linea impegnati ad organizzare affari su affari, riducendo così le condizioni di vita del Paese abbandonato a se stesso ed assolutamente incapace di riprendersi, di guardare avanti pensando al proprio futuro possibile; ma tanto non è possibile per mancanza di una  rappresentanza umana e soprattutto politica credibile e capace di pensare al bene comune.

Tutto questo non c’è stato; l’Italia si è andata lentamente impoverendo di valori umani, di capacità di idee e di un fare proteso verso il futuro.

Purtroppo, si è trattato di un vuoto grave; un vuoto che ha avuto come conseguenza mortale la diffusa mediocrizzazione del sistema Paese in tutte le sue parti e soprattutto in quelle parti vitali (il mondo della scuola, il mondo della cultura, il mondo della politica, il mondo dei mestieri e delle professioni, il mondo creativo e della genialità proiettato nel futuro dei tanti creativi d’Italia) che, del tutto spogliate dell’orgoglio dell’appartenenza, chiuse in se stesse, hanno dimenticato l’italianità ed il dovere etico d’insieme finalizzato al bene comune degli italiani; al bene comune del proprio Paese, oggi, assolutamente cancellato come rappresentanza identitaria unica e sovrana.

C’è stato nel corso degli ultimi decenni un vero e proprio tradimento italiano; ciascuno si è ritagliato egoisticamente lo spazio da io mondo, del tutto indifferente a quello che succedeva intorno.

Purtroppo non c’è stato niente di tutto questo; il nostro Paese ha preferito il web all’umanità vera; ha preferito dialogare a distanza con gli invisibili, più che parlarsi da vicino, godendosi quel calore umano che un tempo ormai lontano era una caratteristica italiana, oggi assolutamente cancellata con conseguenze gravi per il futuro umano di un’Italia che non è più l’Italia che abbiamo conosciuto con al centro del suo orgoglioso fare l’uomo, l’uomo italiano, ricco, tra l’altro, di tanta saggezza del fare, di tanta genialità, di tanta creatività, oggi perdute; oggi virtù italiane perdute, scomparse nella nebbia di un presente del niente umano e, cosa più grave, del niente del pensiero, con gravi danni per il futuro, purtroppo basato sempre più sul niente.

Dobbiamo riconsiderarci. Da italiani attenti al futuro, dobbiamo riprenderci quell’umanità d’insieme, un grande patrimonio comune di tutti gli italiani.

Dobbiamo, nel rispetto della nostra lingua, della nostra appartenenza e delle nostre stesse tradizioni, amare ed usare intelligentemente le tecnologie senza lasciarci travolgere e/o subirle irrazionalmente con gravi conseguenze per la nostra stessa centralità di uomini della Terra, schiavizzati dal fascino incantatore del mondo dell’apparire, un mondo irreale ed a volte surreale che non ha niente in comune con il mondo dell’essere.

Le suggestioni ammaliatrici dell’apparire, che tanto influisce sul comportamento umano, sono condizioni che insistono fortemente su di noi, creando un malessere antropico che va assolutamente evitato.

La Terra, ovunque, ma soprattutto nelle sue aree antropologicamente sviluppate e tra queste anche quelle del nostro Paese, abbondantemente coinvolte, ha bisogno di una profonda mutazione genetica; tanto, per non morire; tanto, per pensare anche ad un possibile futuro dell’uomo che deve necessariamente andare oltre il presente.

Tanto, per credere nell’uomo ed evitare di essere travolti da una condizione umana da inizio della fine che non porta assolutamente da nessuna parte, se non alla catastrofe finale.

Nel nostro Paese siamo combinati male; veramente male.

Condividendo il pensiero di Papa Francesco, dico che in Italia siamo nella condizione diffusa della globalizzazione dell’indifferenza, per effetto della quale c’è solo il se stesso indifferente a tutto; soprattutto indifferenti a tutti.

 Perché tutto questo accada, è necessaria quella mutazione genetica che porti ad una profonda rigenerazione antropica. Rigeneratio! Rigeneratio! Rigeneratio!

È questa la parola magica che serve agli italiani del Terzo Millennio per cambiare e per cambiare l’Italia. Attraverso la rigenerazione, l’Italia può uscire dal tunnel; si può salvare, salvando dal vuoto umano, economico, sociale e culturale, la gente italiana, oggi fortemente sfiduciata ed attraversata da comuni sentimenti individuali e collettivi con alla base diffuse incertezze ed allarmanti timori di essere ormai nel culo del sacco.

Purtroppo nel nostro Paese, soprattutto da parte della gente comune, non si è sicuri di niente; non si è, sicuri di quel che c’è dietro l’angolo e che appartiene sempre più ad un futuro senza certezze.

C’è, ovunque, un clima di sfiducia e di instabilità diffusa.

Come uscire dal tunnel? Chi può guidare saggiamente l’Italia ad uscire dal tunnel?

In questo clima del tutti contro tutti, occorre cambiare; occorre un clima nuovo; occorre una politica nuova ed una vera leadership capace, sena populismi di comodo, di ridare serenità e fiducia all’Italia,  restituendo, tra l’altro, agli italiani una immagine positiva di se stessi, riportandoli così a credere e ad avere fiducia, prima di tutto in se stessi. Cambiare; cambiare, pensando ad una rigeneratio umanamente salvifica da cui può ed a giusta ragione, dipendere un diverso futuro del nostro Paese, della nostra amata Italia, in profonda crisi per i tanti tradimenti subiti da parte dei suoi uomini; dei suoi tanti falsi leader, azzeccagarbugli indigesti che hanno contribuito a fare dell’Italia, un Paese sgarrupato.