Privacy a rischio: la nuova criminalità informatica

Amedeo Tesauro

Da quando l’Italia ha preso coscienza della rivoluzione informatica, in ritardo rispetto a tanti altri paesi, e da quando social network e attività on line sono divenute la normalità per sempre più persone, la questione privacy è divenuta improvvisamente una priorità. Sempre più spesso di vedono articoli e rubriche dedicate agli accorgimenti da adottare, alle cattive abitudini e ai consigli giusti per gli utilizzatori del web. Una problematica che, malgrado il maggiore grado di comprensione tecnologica, coinvolge spesso proprio i giovanissimi, così abituati a navigare da dimenticare quanto poco sicuro possa essere il web. Così sempre più preoccupazione suscita il comportamento online di troppe persone, incuranti del fornire dati personali al primo sito che li richiede, oppure non abili a settare impostazioni adeguate per difendersi. Se spessissimo si sottolineano tali rischi per il singolo, va posta l’attenzione su un nuovo tipo di criminalità che pare aver preso piede, un tipo di criminalità che per la prima volta ha colpito in Italia. L’11 settembre è stato violato il profilo Facebook della società Alpitour, nota azienda che vende pacchetti vacanze, ed attraverso di esso sono state pubblicate finte offerte in modo da attrarre gli ignari utenti che seguono la pagina. Cliccando sulle offerte si veniva reindirizzati a siti esterni all’azienda, con l’obbiettivo di ottenere le coordinate bancarie di chi acquista online. Pare che i cyber-criminali abbiano innanzitutto rubato i dati di accesso degli amministratori della pagina, e attraverso tali profili abbiano potuto pubblicizzare le offerte ingannevoli. Giacché il profilo di chi gestisce una pagina di Facebook non è differente da un utente comune, attaccando tale gestore si può arrivare a controllare pagine molto visitate, un potenziale bacino di truffati. Un attacco durato 48 ore, per i tempi del web un’enormità, che rappresenta il primo attacco del genere a un’azienda italiana, laddove all’estero tale cyber-criminalità aveva già colpito. Se la truffa online non è una novità, l’aggressione volta ad appropriarsi di pagine legittimamente riconosciute appare un rischio concreto che rischia di ingannare i meno attenti. L’associazione italiana per la sicurezza informatica (CLUSIT) riferisce che gli attacchi virtuali che sfruttano i social network sono in esponenziale aumento, addirittura quattro utenti su dieci nel 2012 sono incorsi in minacce informatiche di tal genere. Una casistica a cui prestare attenzione dato che, come rivelano le ultimissime analisi in proposito, gli italiani sono un popolo social, addirittura più degli americani. Seppur l’Italia sia ancora indietro in troppi processi di aggiornamento tecnologico, le questioni relative alla sicurezza sono ormai attualissime, una problematica con cui rapportarsi. Con buon senso e guardando a Internet sia per le immense opportunità che offre, sia per i rischi a esso connessi.