Cava de’ Tirreni: Città Unita “Corsi e ricorsi storici”

La storia si ripete. Cambiano i personaggi ma il copione della tragedia è lo stesso. Nel lontano passato già ci fu un Berlusconi che attraversò immani traversie. Studia la storia e saprai ciò che Ti attende. Fanne buon pro! Nell’Atene del IV^ secolo a.c. torreggiava un leader mastodontico con gli attributi di un toro : Demostene. Sulla sua bandiera guarda caso, era incisa a lettere di fiamma una parola sola: eleutheria, libertà. Per difendersi, in politica estera ingaggiava duelli con le potenze rampanti come la Macedonia di Filippo e di Alessandro il Grande. E che dire della lotta con i giudicanti dell’epoca .Ma i peggiori fendenti  gli arrivavano dai nemici di parte, concittadini di diverso colore volti ad eliminarlo dalla scena politica. Sul ring dell’assemblea civica, nel contraddittorio, non era facile stenderlo. La sua logica era un filo d’acciaio, con bagliori fulminei. I pilastri del carisma erano portamento e voce. Si faceva il fiato recitando i poemi mentre saliva di corsa le scalinate ripide dell’acropoli. Così gli avversari – tra i quali alcuni compagni di partito traditori, ricorsero, ma non me lo dite, al capestro giudiziario .Gli imputarono il trafugamento di fondi pubblici di cui era custode. Non c’erano prove certe della frode. Ma lo condannarono lo stesso, quanto meno perché “non poteva non sapere”. Lo statista si piegò all’esilio. Rientrò, ma ormai il suo momento magico era sfumato. I tentativi di sgretolarlo insistevano da anni. Nel 338 a.c. qualcuno propose il suo ritorno (grazia) con il conferimento di una corona civica. Era una benemerenza per il servizio allo Stato. C’era, però, un passaggio istituzionale: il voto dell’assemblea. Si scatenò la bagarre. Eschine, un anti-Demostene per eccellenza, descrisse il personaggio come incandidabile e l’onore proposto una vergogna.<< “caro Eschine – replicò l’uomo esiliato e alla sbarra – se mi si chiede che bene io abbia fatto alla città, potrei parlare delle mie coregie, delle mie trierarchie , dei miei contributi straordinari; ho anche pagato in prima persona, e a mie spese il riscatto dei prigionieri di guerra e ho fatto azioni filantropiche  da benefattore. Nella mia vita pubblica e privata, non mi sono mai tirato indietro , quando avevo l’occasione di rendermi utile alla città. Da quando, però, ahimè sono sceso in campo, il mio più grande beneficio allo Stato è di aver dato sempre e solo buoni consigli, e di non essere mai stato un demagogo”>>.Su questo ultimo punto oggi parleremo di populista. Ma sbaglio o sembra di sentire il cavaliere “nero” per alcuni. Chi crede come noi nella reincarnazione dirà certamente Demostene è Berlusconi, così come Berlusconi è Demostene. Ai posteri l’ardua sentenza!!

avv. Alfonso Senatore Presidente dell’ Associazione “CITTA’ UNITA”