Pagani: Carabinieri NOE sequestrano produzione illecita rifiuti speciali

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, agli ordini del Capitano Giuseppe Ambrosone, a Pagani, unitamente a quelli della locale Tenenza dei Carabinieri, hanno apposto i sigilli di sequestro ad una attività produttiva artigiana del posto, ed in particolare una locale attività di commercio all’ingrosso e dettaglio di imballaggi in legno e plastica, nuovi ed usati. L’attività di polizia giudiziaria eseguita dai Carabinieri e che ha portato al sequestro preventivo odierno in esecuzione al decreto del GIP del Tribunale di Nocera Inferiore, dott. Alfonso Scermino, è stata coordinata dal sostituto Procuratore dott.ssa Marielda Montefusco, della sezione reati ambientali della Procura Nocerina, guidata dal Procuratore Capo Giancarlo Izzo. La Procura della Repubblica ha anche emesso informazione di garanzia a carico del legale rappresentante della società interessata per le diverse violazioni emerse in ordine ai reati previsti dal D.L.vo n.152/2006 (codice dell’Ambiente). In particolare, a seguito dei controlli eseguiti dai Carabinieri del N.O.E., si è proceduto al sequestro preventivo di un’attività di commercio all’ingrosso e dettaglio di imballaggi in legno e plastica, nuovi ed usati con informazione di garanzia emessa dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Nocera Inferiore a carico del legale rappresentante per aver effettuato attività di recupero e/o smaltimento dei rifiuti speciali non pericolosi costituiti da CER 150103 – imballaggi in legno- e CER 150102 – imballaggi in plastica, in assenza della prescritta autorizzazione, iscrizione e comunicazione (Art.256/1 D.Lgs 152/2006). Difatti, dagli accertamenti effettuati dai Carabinieri del N.O.E. presso la sede operativa della società è emerso che i rifiuti speciali non pericolosi prodotti dall’attività erano costituiti da CER 150.113 -imballaggi in legno – e CER 1501002 – imballaggi in plastica -, non più idonei a riutilizzo e che dal registro di carico/scarico rifiuti e dai formulari di identificazione dei medesimi si riscontrava come fino al 2009 la società aveva lecitamente avviato le operazioni di recupero e/o smaltimento in relazione (peraltro) ai soli rifiuti CER 150103, mentre nulla emergeva con riguardo al recupero/smaltimento degli imballaggi in plastica; di contro, da quell’anno ed al momento del sopralluogo la società non era in grado di documentare alcuna procedura di regolare gestione dei rifiuti, nonostante avesse svolto attività lavorativa, come si ricavava dalle fatture esaminate nel corso della verifica. Nel corso dell’ultima ispezione presso l’azienda i Carabinieri del NOE hanno ancora rilevato come continuasse l’attività di gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi; in particolare, il legale rappresentante non era in grado di esibire alcun formulario di identificazione rifiuti; all’esterno dell’azienda sì rinveniva la presenza di un cumulo di rifiuti costituiti da imballaggi in legno; sull’area scoperta dell’azienda si riscontrava la presenza di numerosi sacchi in PVC contenenti imballaggi in materiali misti; ancora sull’area esterna, nel retro dell’azienda, vi era un altro cumulo di rifiuti costituiti da imballaggi di plastica. Inoltre i Carabinieri del NOE hanno rilevato la violazione penale ex art. 20 D.Lgs. 139/2006, per aver accertato che l’attività della società rientrava tra quelle per cui, ex punto 70 All.1 DPR 151/2011, era richiesta la verifica di conformità alla normativa antincendio, e pertanto l’azienda  difettava delle certificazioni di legge (oggi SCIA). Infine, il GIP ha poi proceduto alla nomina di un amministratore giudiziario anche al fine di impedire il totale arresto dello stabilimento e dell’attività d’impresa, con conseguenti ricadute negative sulla gestione economica della compagine e sui relativi livelli occupazionali, ma con il preciso compito di assicurarne la continuità operativa aziendale, salvo la rimozione delle irregolarità rilevate, immediatamente attivandosi per la cura di tutti gli adempimenti necessari a ricondurre a norma la condotta illecita, rimuovendo le irregolarità riscontrate. Il valore approssimativo dei beni sequestrati è di diverse centinaia di migliaia di euro.