Roccadaspide: Auricchio, su riorganizzazione presidi ospedalieri

Le polemiche che stanno caratterizzando la vicenda inerente la riorganizzazione dei Presidi ospedalieri di Agropoli, Roccadaspide ed Oliveto Citra mi appaiono in massima parte strumentali, tanto più quando vengono alimentate proprio dai politici e rappresentanti istituzionali che per anni hanno determinato questo stato di cose e che oggi, per giustificare le loro inefficienze, versano fiumi di lacrime e attribuiscono colpe a destra e a manca, senza offrire soluzioni adeguate e praticabili, che avrebbero dovuto assicurare allorquando erano responsabili delle scelte di governo in materia di sanità. Politici che negli anni passati per colpire un solo esponente, Antonio Valiante, in una inaccettabile logica di acquisizione di potere, hanno favorito scelte assurde, quali ad esempio l’accorpamento dell’ASL SA/3, unica con un bilancio attivo, nell’ASL unica, in cui sono confluiti poi anche tutti i debiti accumulati dalle ASL SA/1 e SA/2. Oggi si colpisce l’Atto aziendale predisposto dall’ASL di Salerno, e il Direttore Generale Squillante, quasi che tutto quello che di negativo sta accadendo sia da ricondurre a tale atto. La verità è che l’atto aziendale è un mero strumento di attuazione di decisioni che ormai sono state assunte in passato e che sono contenute nel Decreto 49/10. Un decreto scellerato che è stato aspramente combattuto dal sottoscritto, che però nessun sostegno all’epoca ha ricevuto, nemmeno in termini di condivisione della critica, da parte di quei politici che oggi fanno crociate a difesa di questo o di quell’ospedale. Un decreto dove si discriminava pesantemente la provincia di Salerno e si avvantaggiava in maniera evidente e sproporzionata quella di Napoli, che ha avuto nella fase di ripartizione dei posti letto ben 937 P.L. in più, proprio a danno di Salerno, che nella ripartizione ne ha perso 351, di cui 137 privati e 224 posti pubblici, dei quali ultimi ben 213 sono stati soppressi tra gli ospedali di Battipaglia, Eboli, Oliveto Citra, Agroipoli e Roccadaspide. Oppure dove si prevedeva che un istituto privato, la clinica Maugeri di Benevento, avesse 180 P.L. in più, oltre ai 10 P.L. dell’unità di risveglio destinati al Da Procida di Salerno. Trovo quindi strumentale e demagogico che oggi si combatta, ad esempio, il Direttore Generale del’ASL di Salerno, chiaramente per volgari ragioni politiche, e non si racconti la verità e la reale situazione dei fatti. L’unico modo per ridare fiducia e certezza ai sacrosanti diritti dei cittadini dei territori interessati dal processo di riorganizzazione è quella di modificare il Decreto 49/10, recuperando una condizione di equità e di giustizia che tenga conto delle diversità dei territori di riferimento, come del resto hanno fatto – con esiti positivi – i territori di S. Angelo dei Lombardi, di Torre del Greco e da alcuni giorni quello di Casoria. Di tutto questo, però, i nostri rappresentanti politici territoriali, soprattutto quelli regionali, non parlano e non discutono, forse perché non sarebbero in grado di spiegare perché per tali territori si è riusciti a fare e per i nostri territori, che hanno mille ragioni in più per rivendicare modifiche e aggiustamenti, non si fa. L’unica strada per evitare accorpamenti e chiusure è questa: il resto sono solo chiacchiere. La solidarietà postuma è insopportabile, quanto inutile. Quello che serve è un’azione congiunta di tutte le forze politiche, con il sostegno dei rappresentanti degli enti locali, che proponga una modifica seria del Decreto 49/10. Questo è quello che devono fare i politici regionali se vogliono riconquistare una credibilità e dare un contributo positivo alla risoluzione del problema. Versare lacrime certo non li aiuta, ma soprattutto non risolve i problemi.

 Girolamo Auricchio