Buon compleanno SISAF

Maddalena Robustelli
Nai giorni scorsi il Centro S.I.S.A.F., servizi socio sanitari, di Salerno ha festeggiato il suo primo anno di vita, promuovendo un incontro pubblico pressola Saladel Gonfalone dell’edificio comunale cittadino. In tale occasione si è voluto approntare il bilancio di questa nuova realtà presente nel campo delle politiche sociali ad un anno dalla sua nascita, un anno che, a detta di molti salernitani, ha lasciato un segno per l’intera comunità d’appartenenza. P. Stasi, responsabile dell’omonimo progetto, nel suo intervento ne ha tracciato la storia dal sostegno iniziale, fornitogli dalla Fondazione con il Sud, fino a spiegare le caratteristiche dello stesso S.I.S.A.F. che per il tramite di nove partner  si estrinseca su tre diverse realtà territoriali. A Sassano, approntando un poliambulatorio sanitario con l’apporto della locale Banca di credito cooperativo, a Scafati, predisponendo servizi di mediazione familiare penale ed a Salerno, creando un centro caratterizzato da tre aree di intervento (benessere, medicina specialistica e sostegno sia alla persona che alla famiglia). La risposta data dall’utenza a questa nuova realtà è stata indubbiamente un momento inaspettato, ma nel contempo emozionante, per gli operatori tutti, dal momento che ben 954 persone si sono rivolte al suddetto centro. Ciò è stato reso possibile grazie al passaparola che, visti i risultati conseguiti, ha funzionato positivamente. Gli sportelli d’aiuto e consulenza sempre più appaiono linfa vitale per chi ha deciso di varcare la soglia dell’edificio posto in viaLa Carnalen.6.La Fondazionecon il Sud, presieduta da C. Borgomeo, ha aiutato nello start up iniziale, consentendo a chi ha ideato il progetto di ristrutturare i locali, concessi in comodato d’uso dal Comune di Salerno, e di predisporre la formazione dell’equipe, un momento più che determinante per la realizzazione del S.I.S.A.F e della correlata fase operativa introduttiva . Un nuovo modo di intendere i servizi socio sanitari, integrandoli nelle specifiche realtà territoriali, è la parola d’ordine dei suoi addetti che offrono percorsi ricreativi, assistenziali, medici e psicoliberatori. Per ogni utente i primi tre incontri sono a costo zero, dal quarto si contribuisce al servizio richiesto, le cui tariffe risultano essere accessibili anche a famiglie con fasce di reddito medio e basso. Una scelta precipua, che nasce dalla consapevolezza di coinvolgere responsabilmente chi preferisce rivolgersi a questo centro. Nuovo nella sostanza perché non più punto di riferimento per la famiglia, ma, piuttosto,   spazio d’ascolto dove l’accoglienza e la capacità d’ascolto sono fondamentali. A tal punto è l’originalità del S.I.S.A.F. che ha suscitato molto interesse e da parte del mondo accademico dell’Università di Salerno e da quello precipuamente economico-aziendale sia dell’Università Bocconi di Milano che di Trento. Un sogno ad occhi aperti, che si è realizzato l’anno scorso sì con l’aiuto esterno, ma che oggi consente una gestione dello stesso centro in autonomia. “Il merito di questo successo è dovuto, soprattutto, alla capacità di far entrare nel S.I.S.A.F. la comunità e farne uscire una comunità diversa, attraverso un progetto che molti di noi avevano nel cuore perché l’accesso alla cura deve essere per tutti” (P.Stasi). Una comunità che trasformi il canonico centro di servizi socio sanitari è il più significativo traguardo che i suoi operatori potessero attendersi dal loro progetto. Ed è a tale obiettivo che ora puntano anche altre analoghe realtà territoriali, allocate finanche al Nord. Questo specifico aspetto è stato affrontato nella seconda parte della giornata, per il tramite di un work shop sulla replicabilità del modello S:I.S.A.F., tenuto da P. De Cesari.  I rappresentanti di cooperative ed associazioni dell’Alto Tirreno cosentino, della provincia di Avellino, Benevento, Salerno e Bari hanno posto le proprie richieste di chiarimenti ad esperti che, a loro volta, hanno puntato l’accento sulla novità del progetto, riassumibile in un precipuo slogan: “creare luoghi dove le persone narrino i loro problemi a persone che riescono a coinvolgerle nella scelta delle specifiche soluzioni ad essi”. Certamente occorre: formare quanti siano intenzionati ad avviare una realtà socio sanitaria del genere; comprendere la particolare realtà territoriale in cui si vada ad operare, per verificare le condizioni di fattibilità economico, normativa e logistica del progetto; capire i bisogni e, quindi, le domande, con uno sguardo diverso dal tradizionale approccio. Ma, in fondo, la novità del S.I.S.A.F.  e di quelle pianificazioni che vogliono replicarne l’esperienza è “dare carne e fisicità all’accoglienza con personale ben preparato non solo a saper fare, ma anche a saper essere”. Prova evidente di un siffatto approccio la si rinviene nella brochure promozionale di questo centro  “nuovo”, che eroga servizi socio sanitari, laddove in essa si  ritrova scritto a ben evidenti lettere “S.I.S.A.F… perché il ben-essere è un diritto di tutti”. A conclusione dell’iniziativa pubblica mattutina P. Stasi ha sottolineato : “siamo orgogliosi di questo piccolo bambino, che sta crescendo, e più saremo più riusciremo a modificare il nostro quotidiano”. Buon compleanno S.I.S.A.F. e tanti altri bei giorni come questi, a te e a quanti ti consentiranno di perseguire il benessere sociale ed individuale delle nostre comunità d’appartenenza.