KELELE Rumore

 Padre Oliviero Ferro
 Uno dei nomi che aveva un mio amico, un animatore del gruppo giovani, era “Makelele”(rumori). In effetti, non era un tipo tranquillo., In compenso era molto simpatico. Il “kelele”(rumore) è di solito molto assordante. Ma mi sono accorto che in Africa riescono a distinguere i più silenziosi rumori. Facciamo un esempio per tutte. Quando si va in giro, soprattutto in foresta o nella savana, gli africani capiscono subito se c’è vicino un serpente o un altro animale. Hanno un udito molto fino e distinguono ogni piccolo rumore. Io non mi sarei accorto. Per fortuna che sono con loro e così mi evito qualche guaio. Invece quando vogliono ascoltare la musica, la devono mettere a tutto volume(mi sa che è la medesima cosa anche in Italia). E più c’è confusione, meglio è. Si mettono a danzare con tutto il corpo, lasciandosi trascinare dalla musica. Quando poi suonano il tamburo, sia ragazzi che ragazze, non la smettono più. Sembra che qualcosa di speciale si sia impadronito di loro. La musica li rapisce. E anche noi, che veniamo dall’Europa, ci lasciamo prendere e ci mettiamo a danzare. Insomma non è più un “kelele”, ma qualcosa che viene da altri mondi.