Tembo, elefante

Padre Oliviero Ferro

Lui pensa di essere il più grosso, il più importante, ma di fronte a un topolino, dice la tradizione, perde tutto il suo coraggio. Forse non è vero, ma dove passa lui, resta ben poco. Le piante devono lasciare le loro foglie, strappate dalla proboscide. Ha tanta fame e si vede. Poi, ultimamente, si è scoperto che con la sua “cacca”, si può fare anche della carta. Alle botteghe del commercio equosolidale ti fanno vedere dei fogli, fatti con questo. Il procedimento è semplice. Viene fatta seccare. E quando è dura, viene fatta passare, come per la pasta, in una specie di pressa, e ne escono dei fogli lunghi e ben pressati. Naturalmente, credo, viene fatto sparire anche il profumo. E voilà, la carta è pronta per scrivere. Insomma, come dice la pubblicità, l’elefante è la cartiera della giungla. Pur essendo grande e grosso, viene cacciato per le sue zanne. Molti finiscono nelle mani dei bracconieri. Spesso neanche la carne viene consumata. A loro interessa vendere le zanne con cui verranno fatti degli oggetti, esportati in tanti paesi d’Europa e del mondo. Piano piano le zone dove abitavano, si riducono. Tagliano le foreste, cioè il loro “supermercato gratuito” e loro finiscono nelle riserve per godersi la vecchiaia in pace, bracconieri permettendo.