A te che leggi dopo mezzanotte…"Once upon a time…"

Giuliana Rocci
“Non c’è tempo prima che sia troppo presto, Non abbiamo tempo prima che sia troppo tardi, Il tempo sta strascorrendo,ed è finito adesso, Non provare ad arrivare in tempo, Non provare a rincorrere il tempo, Il tempo sta avanzando,il tempo è finito adesso…”  Once upon a time…C’era una volta…l’inizio delle favole, l’era sembrato congeniale quella sera, quando finalmente era riuscita ad incontrarlo, fuori del suo lavoro. Sempre super strizzato d’impegni. Una frana come uomo, giacchè lontano dal bisturi e dalla mascherina, azzeccava ben poco. Infatti, quella sera, riuscì a prendere il suo mezzo di fortuna: la raggiunse al bar, insanguinato al ginocchio. Era caduto dal motorino e non aveva tamponato una ferita profonda! Per nascondersi agli occhi pubblici, essendo in quella città alquanto noto…forse anche per viltà, avendo una moglie che gli succhiava diligentemente il patrimonio e ch’era riuscita a porgli l’anello al dito anche in età matura. Lei, ben dieci anni meno di lui: ricco sfondato, ma altrettanto avaro, aveva acquisito prestigio e posizione. Si diceva infelice di un matrimonio che non reggeva, per cui si rilassava con hobby costosi. Tra alti e bassi, con la vipera che gli lavorava accanto. Dinanzi alla paura, di dover perdere beni, aveva indietreggiato più d’una volta alla parola divorzio: “Costa molto” le aveva detto una sera al bar “E poi, la gente…!” Che pavido, aveva pensato lei, che aveva tutte le carte in regola, invece, per guardare a testa alta alla vita ed agli individui, avendo ben chiaro il suo stato. Alle spalle, un de profundis rapporto matrimoniale, portato avanti per errore, senza che ce ne fossero le premesse. Quando l’aveva capito, s’era dilaniata nella rottura: giunta, alla fine, senza mutare nulla di lei sostanzialmente. Per chi la conosceva, unico commento “Sei sempre uguale!” Sì, perchè in fondo lo era e lo rimaneva. Con le sue ballerine in ogni tempo, il suo addolorarsi per le cattiverie, i suoi sogni intatti. “Non  sei un caso nella mia vita certamente!” le aveva apostrofato lui scrutandola pensieroso, che pur essendo medico, dinanzi a lei si sentiva infermo. Le rivelava d’aver freddo, di avvertire la temperatura elevata e lei, come sempre a misurargli perfino le pulsazioni. Poi, il separarsi, con la promessa di farsi vivo…dribblata. Coi mesi s’era reso conto che tra loro c’era un grosso feeling: lei lo avvertiva appena lui poteva sfiorarle le mani, le braccia, afferrarle le mani…davanti ad altri, si tradiva imbranato, perfino le baciava la mano innamorato! Se n’erano accorti tutti che lui, al solo vederla,  su di giri: ma ormai s’era ritirato in buon ordine, dopo quella mattina in riva al mare, allorchè tenendola per mano, le aveva detto che non voleva crearle sofferenza, che non se la sentiva di tagliar con l’altra… s’era fatto da parte! Anche quella mattina, lei coi jeans alla pescatora, lui sullo sgabellino in verde…lei che lo punzecchiava, lui che la contemplava…poi, una scivolata sulla sedia, sotto il suo bisturi, mentre lui faceva scorrere le mani sulle sue sue braccia dolcemente, trasmettendole l’amore compresso che aveva dentro! Mentre lei, contratta sulla sedia malgrado l’anestetico, lo guardava sentendosi divorata da due occhi penetranti sotto la mascherina e pensava che, tutto sommato, rispetto a lei, lui rimaneva sempre un imbranato!