Sala Consilina: Pd, non è un partito per donne?

Ad ascoltare le dichiarazioni di N. Landolfi sui vari media locali, successive alla riunione di mercoledì 10 maggio organizzata a seguito dell’auto sopensione degli amministratori comunali in quota PD,  sembrava che fosse stata una riunione soft. Una discussione civile, toni moderati, dibattito aperto a tutte le posizioni, massima democrazia e titoli di coda con sintesi finale sancita da una comunione che mette d’amore e d’accordo tutte le posizioni. Mancava solo un mazzo di carte ed il fiaschetto con annessi tarallucci! Olè, avanti, alla conquista di nuove soddisfazioni politiche nell’interesse degli amministrati.Ma sono veramente andate così le cose? A quanto pare proprio no! Il direttivo locale del PD di Sala Consilina  pare aver vissuto una giornata non particolarmente felice, sia sul piano della dialettica politica, sia sul piano della democrazia interna. Ai rappresentanti del PD in amministrazione non è andato giù che, il direttivo, pubblicasse una lettera aperta nella quale si chiedeva maggiore attenzione ai problemi della gente ed ai bisogni in un momento di particolare crisi economica e, soprattutto, che venisse richiesto di concertare con il Consac Spa soluzioni di pagamento delle bollette meno gravose per gli utenti. Decisioni che, ricordiamo, dalla gran parte dell’opinione pubblica sono state percepite come un esercizio di gratuito vassallaggio nei confronti di un “principe” di turno che, in questo caso, ha nome, cognome e luogo di origine. E l’appoggio del partito. Infatti lo stesso segretario provinciale ha ribadito che “quando si sono condivise le scelte non si possono più discutere”. La scelta è stata già condivisa, peccato che ad essere escluso, in primo luogo, dalla condivisione sia stato lo stesso direttivo locale che, mentre cercava di discutere di problemi concreti – Imu, Tarsu, bollette idriche e relativo peso sui bilanci familiari -, si è trovato di fronte ad un atteggiamento della minoranza (gli amministratori in Comune del PD forti del supporto a livello provinciale) volto a “ribaltare il tavolo” e far si che la discussione fosse indirizzata alla richiesta di espulsione di Maddalena Robustelli. La cui colpa, grave, a detta di Ferrari, sarebbe quella di non appiattirsi sulle decisioni dell’amministrazione comunale (ibrida) PD e di “buttarsi contro il proprio partito… che ha scelto il trasferimento al Consac”.Un assessore avrebbe fatto notare che, una volta fatta una  scelta,  chi non la condivide “se ne deve uscire”.  Perché, ad ascoltare Landolfi, “quello che decide la maggioranza lo rispetta pure la minoranza, altrimenti se ne va”. Mica può battersi con gli strumenti della Democrazia! Mica può adottare le ragioni della dialettica a supporto della forza di idee condivise dalla gran parte delle persone. NO!!! Se ne deve uscire. Della serie, l’illuminista Voltaire –  che osava affermare “non condivido ciò che dici, ma darei la vita affinché tu possa dirlo”- non abita più qui. Sfrattato e senza preavviso. Questo è ciò che, ancor prima del direttivo, era stato anche chiesto attraverso interviste, e dichiarazioni in libera uscita , sugli organi di stampa locali. Eppure la lettera aperta pare essere stata approvata all’unanimità (che significa TUTTI). E la richiesta era chiara: trovare soluzioni volte ad alleviare le difficoltà delle persone. La sensazione è che,  più che cercare un accordo e puntare a soddisfare i bisogni di una parte di amministrati in gravi difficoltà economiche (anche per colpa di scelte amministrative che hanno fatto coincidere diverse scadenze,  tributarie e di servizi da saldare in uno stesso periodo),  nel direttivo si sia “organizzato un agguato” a chi, oltre a dissentire, è anche rappresentante del Comitato ABC e chiede, insieme alla maggioranza dei suoi componenti, di dare maggiore spazio alla Legalità, alla Democrazia interna e, soprattutto, ai Bisogni della gente. Cioè quello che dovrebbe essere nel DNA dello stesso PD nazionale che, ironia della sorte, pare fregarsene di espellere chi scappa con il malloppo aspettando che si auto escluda, ma chiede a gran voce, a livello locale, l’espulsione di chi si attende comportamenti trasparenti e democrazia. Una sensibilità trasformata in colpa grave. Lo stesso Landolfi ha tenuto a sottolineare che è importante discutere “ di tutto a condizione che se ne parli prima” delle riunioni dove le decisioni ed accordi dovrebbero essere notificati e… ratificati.  Una sorta di via di mezzo tra i Soviet ed il “parlamento Nord Coreano”. Il nuovo che avanza? Largo ai giovani? Se è così, ora si capisce perché sono tanti i professionisti delle sconfitte elettorali di un partito nazionale, regionale e provinciale, chefanno carriera ai vari livelli organizzativi. Eppure un grande partito dovrebbe essere composto più che da clan, che si coagulano intorno alla tutela di interessi particolari, da correnti di pensiero e culturali che fanno della Politica,che poi vuol dire individuazione di soluzioni, e della discussione la loro ragion di appartenenza,. E Landolfi? Non si capisce bene in che ruolo si sia proposto : se quello del segretario garante delle diverse posizioni, del “notaio”, o del messo notificatore di decisioni e desideri altrui. Intanto pare che le donne non stiano particolarmente simpatiche agli amministratori PD. Soprattutto quando, attraverso il loro attivismo, mettono in discussione accordi ed equilibri di potere che passerebbero sulla testa dei cittadini per gratificare aspirazioni ed interessi di parte. Nel PD bastano, e avanzano, gli uomini a fare politica, quegli stessi capaci di dare esemplari lezioni – a futura memoria – alle donne che non accettano atteggiamenti padronali. Già in passato un amministratore ad una TV locale auspicava che alcune signore non uscissero di casa e Ferrari , alla rappresentante del Comitato ABC quando faceva notare che sarebbe stato chiesto un referendum sul servizio idrico integrato, con toni molto poco pacati, diceva : “… lei –signora- è libera di fare quello che crede e il Comune può fare quello che vuole …”. Tanto da definire “inutile” persino l’esercizio di un diritto di democrazia diretta : il referendum. E, pure, nel PD di Sala C. pare stia prevalendo la stessa, strana, concezione della Democrazia che si ha ai piani alti del Comune, dove, per il semplice fatto di essere stati eletti o nominati, si confondono  i diritti con le concessioni e l’accesso agli uffici comunali come un favore fatto ai cittadini. Con un’aggravante, adesso a condividere questa idea pare essere lo stesso segretario provinciale di un partito che, ipocritamente, a volte, nelle occasioni importanti usa ancora fare proprio quell’inno di libertà – Bella Ciao – nato dalla voce di quelle donne, le mondine, che nelle risaie spendevano il loro sudore, spesso ripagate con umiliazioni ed insulti … Come nel PD?  

 Nicola Trotta