A te che leggi dopo mezzanotte: “Feste di solitudine…”

Giuliana Rocci

Festa da ricordare, quella della femminilità. Un modo anche per “consumare” quanto quotidianamente finisce per esser dimenticato. Tra mimose, cuoricini, cenette tra donne o anche a lume di candela, per i più romantici…ma non per tutti. Attorcigliava l’indisciplinata frangia del foulard, mentre si stringeva ad una giacca, che infagottava anche il gilet mini al di sopra: faceva freddo e lei aveva febbricitanti brividi, l’influenza stagionale le lanciava qualche attenzione. Che le rendeva il naso peggiore di quello di un clown. Con tutto ciò, riusciva ancora a focalizzare che, per un giorno intero, nessun segnale telefonico da chi sperava…annullata, cestinata, dimenticata? Strizzata di tristezza, se lo chiedeva prima di riavviare il pc sofferente, che faceva sempre a cazzotti col Wi-Fi. Non poteva non rendersi conto che lui l’aveva ignorata: cocente la verità, ma per quel briciolo di buonsenso che ancora le restava sul piolo delle pie illusioni, doveva arrendersi al fatto che non aveva mai ricevuto dall’altra parte, un segnale autonomo. Cioè senza che fosse stata lei a stimolarne la reazione, l’interesse…s’iniziava a sfilacciare la sua sagace pazienza, mentre contava le trame d’una tela che da tempo aveva tessuto con ogni sua energia, senza approdare a nulla! Almeno questo lo scenario, quasi apocalittico, che le si presentava dopo anni con lui. Aveva atteso i tempi, diluito il pressing, allentato le maglie del perfezionismo, ma un minimo, in termini di caparra, avrebbe pur dovuto riceverlo prima o poi! Ed invece, lui sembrava quasi assorto nel ciclone family, nell’universo lavorativo, nel magma sociale…aveva poco tempo! E lei, puntualmente ad attendere.  “Poco tempo, quando si ha poco amore!” Ora si chiedeva se lui avesse mai avuto dei sentimenti per lei, che andassero al di là del banale rapporto di cortesia amicale. Asettici d’autenticità, sterili di trasformismo: si ritrovava semplicemente prolassata anche nella voglia ormai di capire lui,  per quella benedetta manìa che sempre l’affliggeva. Un po’ per deformazione professionale, un po’ perchè, a viver col cuore, occorre capire i moti del cuore! Non poteva non pensare a quando una volta, lui le aveva inviato un sms a mezzanotte -5 minuti, augurale per il compleanno. Altri tempi…forse, a pensarci bene, meglio prima? Si chiedeva che senso avesse avuto denudarsi moralmente, vuotare il sacco dell’affettività, facendolo sentire in cima ai suoi pensieri. Non poteva non ricordare quando l’aveva appellato “l’eroe dei due mondi” per il suo pendolarismo lavorativo in due realtà. Lei, Anita? Forse lo era stata e continuava ad esserlo senza richiesta: continuava a tutelarlo nei suoi passi alle spalle, senza che lui lo sapesse. Non aveva mai voluto che fino in fondo capisse quanto lei spezzasse lance a sua tutela. In tanti, in passato, a notare il loro feeling…la loro affinità. Certe cose,  visibili al di là delle diottrìe…proprio vero che la solitudine affligge proprio nelle festività. Pensò a quante confidenze raccoglieva di donne in cerca di un partner: lei, a domande indiscrete, aveva dribblato sempre. Anche perchè aveva tanto lavoro, che ormai i suoi capelli, anche se modernizzati dalla stiratura, erano sempre pronti a tradire il loro stato naturale rizzandosi! Però, c’erano quei lati bui, quei momenti in cui volentieri, senza eccedere nelle richieste, avrebbe voluto che lui si fosse sbilanciato: sarebbe crollato? Lei, da fedele Petacci, l’avrebbe retto, facendogli rispolverare la voglia di vivere!