Napoli: appello per il lavoro e la dignità degli ambulanti della stazione

Alfonso Angrisani

Napoli è una città del sud del mondo, luogo di incontro, non sempre facile, famosa ovunque per la sua arte di arrangiarsi positivamente, cioè di trovare le strade per costruire una vita migliore anche nelle condizioni più difficili. Chiunque l’ha conosciuta, in ogni epoca, ne ha ammirato la creatività umana e la dignità. La bellezza di milioni di persone che cercano una vita degna e inventano ogni giorno il proprio futuro. Da Goethe a Cervantes a Dumas fino ai milioni meno noti che negli anni l’hanno conosciuta, hanno capito che il mito  razzista degli “sfaccendati” non è veritiero, anzi che la popolazione napoletana è continuamente impegnata a vivere in una quotidianità difficile. Nel tempo le condizioni di vita sono peggiorate e purtroppo non mancano problemi che si acuiscono a causa della prepotenza criminale e di una cultura della violenza particolarmente diffuse. Negli anni questa città si è arricchita di tanti arrivi, di migliaia di immigrati che l’hanno scelta come loro terra dove costruire il loro futuro. Un esempio di ciò è proprio la “ferrovia”, crocevia di culture, di usi e lingue di ogni genere. In questa zona è stato creato il primo mercato interetnico che c’è in città (sono oltre dieci anni) e probabilmente esempio unico in Italia di solidarietà e tolleranza oltre che fonte di lavoro per centinaia di persone. Perché ora, con l’avvento del progetto della grande stazione si vuole affossare questa esperienza? Perché omologare questa città, questa capitale mediterranea, ad asettici standard progressisti? Perché non sviluppare invece la sua vocazione commerciale, solidale accogliente? E infine perché i bersagli della repressione degli attacchi delle forze dell’ordine sono sempre le persone povere e i più bisognosi? Succede infatti che i vigili urbani invece dei crimini che si commettono nella zona, si accaniscano contro i venditori ambulanti. Criminale però non è chi fa la bancarella proprio perché vuole vivere onestamente! Noi firmatari di questo appello vogliamo difendere piazza Garibaldi come luogo di incontro, aggregazione e lavoro. La vogliamo pulita, bella e accogliente, sicura, e per questo interetnica, colorata dove la gente possa lavorare e convivere in pace. Il vero biglietto da visita della città per noi è questo, non sono le mura anonime di un piano regolatore, ma il lavoro e il benessere delle persone. Con questo appello vogliamo muovere tutta la gente di buona volontà a sostenere il progetto della ferrovia come luogo in cui ci sia innanzitutto lo spazio per chi lavora e per l’accoglienza e la solidarietà per le persone bisognose. Siamo contrari a deportazioni e a repressioni. Facciamo appello a che la vita della gente sia messa dinanzi ai grandi interessi dei soliti noti che stanno distruggendo l’Italia. Alla stazione di Napoli vogliamo far rinascere la speranza per tutti. Nella nostra città nessuno è straniero!

 Primi firmatari:

Associazione Antirazzista Interetnica  3 Febbraio, Ambulanti di Piazza Garibaldi e via Bologna, padre Alex Zanotelli, Comitati Solidali Antirazzisti Campani, Socialismo Rivoluzionario, Pasquale de Sena ordinario di Diritto Internazionale Università di Napoli ” Federico II”, CSA Ex Canapificio Caserta, Valentina Ripa, Massimo Angrisano