A mali estremi…

di Rita Occidente Lupo

Ci sono modi e modi per educare a scuola. E per ottenere che la disciplina diventi più controllata nell’età evolutiva. Nel soggettivismo dell’insegnamento, nella libertà della docenza, ognuno cerca di non perdere il polso di certe situazioni: specialmente quando ci si trova dinanzi ad elementi particolarmente esuberanti, che rischiano di rallentare il normale andamento didattico- disciplinare della classe. Non sempre facile educare ed ottenere il conseguimento degli obiettivi comportamentali, oggi ulteriormente rimarcato da una vera e propria valutazione per la condotta. E, quando la scuola dell’obbligo, coarta alla frequenza anche i più demotivati, quando la primaria sembra antitetica al ludismo, una vera e propria crociata, per i docenti, tenere a bada grembiulini bianchi bizzarri o adolescenti, smaniosi di libertà. A Torino, un bambino di otto anni, all’attenzione cronachistica per le sue assenze. Motivate dal fatto che, a detta della madre, le maestre gli avrebbero lavato la bocca col sapone, per ottenere che si tranquillizzasse. Ovviamente, la denuncia alle Forze dell’Ordine da parte della famiglia allertata, che certamente non ha riscontrato in tale atteggiamento la valenza pedagogica. Il tutto per l’uso di bestemmia e parolacce del piccolo! Anche se l’errore, riconosciuto dalla madre, resta, il metodo punitivo senza dubbio deplorabile!forse, nella scuola, che ha registrato già diversi trasferimenti di allievi da tale sezione, un oculato piano comportamentale, con annessa griglia valutativa collegiale, non nuocerebbe per un’analoga visione disciplinare!

 

 

Un pensiero su “A mali estremi…

  1. Direttrice,
    l’articolo è denso di significati, propositivo di temi preoccupanti sia per chi educa (e si suppone faccia lezione) sia per l’utenza. La scuola è un argomento scivoloso dove parte e controparte hanno talvolta torto entrambe o ragione entrambe. Com’è possibile? Ammettiamo che il lavaggio della bocca con il sapone sia un fatto reale e documentato. Per una bestemmia? E dov’è l’azione educativa delle maestre che con savoir faire cercano di capire l’origine della parolaccia o della bestemmia? Forse maestre troppo “bacchettone” mo famiglia con la coda di paglia perché in vasa si bestemmia a gogò? Quanto al soggettivismo dell’insegnamento (specie nel sud) non sono d’accordo. Un Docente serio è tenuto ad attenersi a dei programmi “ministeriali” e alla programmazione. Per quel che ho capito, visto che le iperboli del suo stile affaticano i miei neuroni.
    Suo Giangastone

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