Montesano Sulla Marcellana: “Lo sciopero del 1943” di Sica

Michele D’Alessio

Sabato 19 Marzo, alle ore 17.30 presso l’aula consiliare del Comune,  il presidente del Centro Studi “Radici” di Montesano,  Angelo Sica  presenta  il suo ultimo libro “Lo sciopero del 1943 a Montesano sulla Marcellana”.  Alla presentazione parteciperanno il sindaco, Antonio Manilia, il presidente della Comunità Montana Vallo di Diano, Arch. Raffaele Accetta,  il Presidente del Comitato Campano UNICEF, Margherita Dini Ciacci, e il Senatore del PD Alfonso Andria. Nel corso della manifestazione alcuni brani scelti dal testo saranno letti da Lucio Mori,  accompagnato dalle musiche del maestro  Silvio De Filippo e dalla Voce di Matilde De Filippo.Un’altra splendida iniziativa del  Centro Studi di Montesano, fortemente voluto dalla locale amministrazione comunale, è nato nel 2008 con la mission di realizzare alcune opere fondamentali per il recupero delle tradizioni locali. Della tematica del libro ne abbiamo parlato direttamente con l’autore Angelo Sica: Laureato in Pedagogia, ha insegnato nelle scuole elementari ed è stato Dirigente Scolastico fino al 2008. Docente di Didattica e di Teoria della Scuola negli Istituti di Scienze Religiose, ha ricoperto la carica di Presidente del Distretto Scolastico di Sala Consilina. “…E’ difficile poter ordinare cronologicamente i movimenti di lotta sociale che già all’indomani dell’8 settembre ’43 cominciano a verificarsi in tutto il mezzogiorno. In Campania  dal ‘43 al ’45 si verificano numerosi episodi di lotte popolari che in Irpinia videro il loro apice nella rivolta di Calitri. Nel paese irpino la sommossa culminò nella proclamazione di una “repubblica” contadina, che nel suo divenire fu anche caratterizzata da ripercussioni violente verso i simboli del sistema e del potere locale . Solo qualche settimana dopo – siamo tra l’ottobre e il dicembre del ’43- nel Vallo di Diano, a Caggiano e Montesano sulla Marcellana, si ebbero altre manifestazioni popolari, anche qui con episodi di violenza nei confronti di coloro che furono identificati come emblemi del  vecchio regime o comunque del potere economico-politico. La popolazione, in particolare quella delle campagne, che aveva sofferto troppo per l’ammasso, il razionamento, le tasse e le prepotenze di alcune guardie comunali, stanca e affamata il 12 dicembre 1943 si abbandonò ad alcune intemperanze, con saccheggi di alcune abitazioni e violenze sui vigili. Nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 1943, carabinieri e militari arrestarono i maggiori responsabili delle violenze. Bastò questo per scatenare la rabbia dei contadini, che si radunarono in particolare nella piazza del Municipio. E qui incomincia a rivelarsi un aspetto repressivo dei nuovi assetti politici ancora più violento delle manifestazioni stesse : a Montesano sono 8 i manifestanti uccisi , decine i feriti e gli arrestati. Da questo grave episodio si scatenarono elementi di una strategia repressiva stragista  che bagnerà di sangue le terre del Mezzogiorno ancora per molti anni. Ritornando alle insurrezioni popolari immediatamente seguenti la caduta del fascismo, l’episodio dalla valenza politica più pregnante – che in parte richiama quello di Calitri – si verifica a Sanza, nella parte più meridionale del Cilento e tra le zone più depresse all’epoca della nostra provincia, perchè rivela emblematicamente sia il quadro politico-sociale, che si andava definendo, ma anche la capacità di lotta e ribellione presenti nel popolo cilentano in particolare, ma in generale in quello meridionale, mosso da esigenze materiali ben precise: la miseria e il bisogno di lavoro. L’esperienza “socialista” dura fino al 20 novembre quando i carabinieri irrompono ad armi spianate nel Municipio arrestando il vecchio contadino e altri trenta suoi seguaci, che saranno tutti accusati di “banda armata”, “associazione a delinquere” e reclusi fino al 2 gennaio del ’44 nel carcere di Sala Consilina….”