Parole da museo

Ferdinando Longobardi

 

Sembra davvero in atto un tracollo linguistico, che i più colti percepiscono nella grammatica e nella sintassi, ormai di tipo surrealista; concordanze e subordinazioni sembrano pezzi di ragionamento che galleggiano nell’aria come le foglie e le rocce nei quadri di Magritte. C’è ormai un effetto schiumogeno nelle parole che usiamo, per cui tutti ci sentiamo avvolti e fallacemente rassicurati. Non parliamo poi della onomaturgia, cioè della creazione o coniazione di parole nuove. I mass media e i new media ne passano molte, attraverso quegli opinionisti e maestri di pensiero che vogliono apparire tanto sofisticati ma a cui manca l’essenziale, o le “basi” come acidamente dicevano certi professori. Ecco allora farsi strada “vellutatezza” e con minore tono rivoluzionario “emozioniamo”, nel senso intransitivo e inedito di “facciamo qualcosa che ci emozioni”. Ancora a proposito di surrealismo. Un giorno si è sentito in tv che sarebbero state sospese alcune linee ferroviarie e che i viaggiatori avrebbero potuto trovare autobus in sostituzione del servizio del treno. Tutto ciò si sarebbe dovuto ricavare dal seguente annuncio: Ci saranno pullman in partenza dai rami tronchi”. A prenderlo alla lettera si potrebbe realizzare un disegno incantevole, una bella fantasia onirica degna di Chagall.