Roccadaspide: Auricchio, riorganizzazione Asl

 Egregio Segretario, so che ha seguito la vicenda della riorganizzazione della rete ospedaliera in provincia di Salerno con estrema attenzione, e so che non Le sfugge, in termini più generali, la condizione in cui versa la  sanità campana, in particolar modo in provincia di Salerno. A mio modo di vedere, ritengo che si siano raggiunte forme di impazzimento e di irrazionalità assolute, mai registrate in passato; ma credo soprattutto che questa condizione sia oggettivamente non più sostenibile ed accettabile. Ormai non si contano più le ingerenze e le imposizione di tutti su tutti, in un valzer di presunte competenze e di accertate incompetenze che ormai non si riesce più a controllare, tanto è divenuto vorticoso e scriteriato. E in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera, le decisioni che sono state in questi mesi assunte, a vario livello, sono tutte figlie di una logica di partigianeria e di interessi  particolari che hanno portato poi alle scelte, da tutti definite illogiche e dannose, di chiudere presidi ospedalieri che garantivano e garantiscono adeguata assistenza sanitaria ad interi territori e popolazioni, per lo più svantaggiati e in condizioni di forte criticità economica e sociale. L’esempio del P.O. di Roccadaspide e di Oliveto Citra è emblematico: si taglia nelle zone interne e nei territori svantaggiati, così affermando logiche di accentramento, di prevaricazione e di prepotenza a danno delle periferie e dei territori marginali.  Ma il diritto alla salute, però, è un diritto che appartiene a tutti ed è costituzionalmente garantito. Per cui un paese che lo riserva solo ad alcuni (i più forti) e lo strappa via ad altri (sempre i più deboli) non è un paese che può definirsi civile. E però, guarda caso, proprio quelle aree periferiche della provincia – dove la popolazione è fortemente rispettosa della legge, mantiene condizioni di vita equilibrate e corrette, dove gli amministratori locali sono attenti nella gestione delle risorse pubbliche, non sprecano – sono quelle che vengono sempre più penalizzate. E’ quello che è successo, ad esempio, con l’accorpamento delle tre A.S.L. esistenti in un’unica centrale allocata a Salerno città. Un accorpamento che ha prodotto danni enormi, soprattutto per quei territori di provincia, poiché ha determinato una paralisi nella gestione che è divenuta pressoché impossibile data l’enormità delle questioni, la complessità della materia e l’estensione territoriale dell’utenza interessata. Un accorpamento che ha finito col mescolare in un unico calderone vizi e virtù. Confondendo ed azzerando A.S.L. che erano virtuose e mantenevano bilanci attivi con A.S.L. che, al contrario, erano deficitarie, fallimentari e che accumulavano debiti su debiti. Insomma, un assembramento, un’accozzaglia che ha portato all’amara conclusione per cui alla fine tutti devono pagare il conto del grave debito accumulato negli anni, quasi che questo fosse la risultanza di un concorso proporzionale di tutti. Ma così non è! C’è chi ha fatto debiti e c’è chi non li ha fatti. C’è chi ha reso e garantito livelli e servizi sanitari adeguati e chi no. C’è chi è stato virtuoso e chi no. Io non credo che possano ancora sostenersi certe posizioni, logiche tipiche delle guerre intestine finalizzate a combattere Tizio piuttosto che Caio, quando poi i risultati sono quelli che sono. La creazione di due A.S.L. per la Provincia di Salerno era ed è una esigenza necessaria ed indispensabile. Io, come molti altri amministratori locali, l’ho sostenuto fin da subito. Qualche altro riteneva, invece, con valutazione e argomenti per vero non proprio obiettivi e scevri da condizionamenti, che l’accorpamento fosse necessario, perché bisognava ridurre i centri di spesa. Oggi, però, che abbiamo sperimentato concretamente il pessimo risultato di tale scelta credo che tutti, se veramente animati da desiderio di fare buona politica e buona amministrazione, soprattutto in una materia fondamentale come quella sanitaria, dobbiamo convenire che la necessità di sdoppiare l’A.S.L. di Salerno in due strutture con autonomia funzionale e gestionale – una che abbia come riferimento Salerno e la parte nord della provincia e l’altra che abbia come riferimento le aree e le zone a sud di Salerno – sia una necessità non più rinviabile. Per cui sono rimasto molto sorpreso ed amareggiato dalla Sua decisione di chiudere  e osteggiare fermamente una ipotesi di questo tipo, decisione e valutazione che non condivido minimamente per le ragioni che ho sopra esposto, ma soprattutto perché, ancora una volta, viene assunta dai vertici del Partito senza il benché minimo coinvolgimento dei territori e dei loro rappresentanti. Questo vezzo di assumere decisioni sempre in maniera autonoma, senza ascoltare sindaci, amministratori locali, istanze del popolo, dei territori è un elemento penalizzante e fortemente negativo, che rende l’immagine del Partito sempre meno convincente e credibile e che porta poi ai risultati che abbiamo visto in questi ultimi anni. Per cui vorrei davvero invitarLa a rivedere la Sua opinione, perché quella della doppia A.S.L. in provincia di Salerno è una scelta e una posizione politica utile, necessaria ed indispensabile per cercare di riordinare tutto il sistema sanitario, ma anche per la buona sorte delle aree interne e periferiche, e per evitare che molti dei rischi che in questi giorni alcuni territori hanno corso possano corrersi di nuovo, cominciando così veramente quella inversione di tendenza nel controllo della spesa sanitaria e, quindi, un serio, concreto e possibile progetto di rientro dal disavanzo. Sono certo del fatto che su questo specifico tema la Sua posizione e quella del Partito possa mutare nettamente e che, infine, prevalga la logica della buona e funzionale amministrazione, dell’interesse generale e della tutela dei territori, rispetto a quella della feroce contrapposizione tra correnti che ha caratterizzato in passato le dinamiche interne del Partito. Sarebbe una dimostrazione tangibile che il Partito Democratico in provincia di Salerno vuole davvero cambiare e crescere. Sono molto fiducioso, Le auguro buon lavoro.

                                    Girolamo Auricchio

3 pensieri su “Roccadaspide: Auricchio, riorganizzazione Asl

  1. Capisco l’insana richiesta del Sindaco di Roccadaspide e chiaro e perfino evidente che con un’unica ASL, si sono ridotti i centri di spesa, ovviamente si è ridotto anche il potere di controllo sulla sanita (vedi ospedale di Roccadaspide)di politicanti di mestiere che non possono più utilizzare questo strumento a fini elettorali, certo non tutto è perfetto ma finalmente la sanità non è più amministrata dal Rass del paese del palio dei ciucci.

  2. fare una seconda asl è pura speculazione politica
    così come territori richiedono di divenire province
    si cerca di creare posti fittizi per direttori, superdirettori et similia di fantozziana memoria e di nessun valore, nonché uffici dove piazzare i propri portaborse
    andassero a lavorare costor piuttosto se ne sono capaci, politici e relativi portaborse
    alla gente servono i servizi e basta
    Invece che la sede del cordinamento dei servizi sia essa a canicattì o altrove, la gente propio non se ne frega

  3. Da che pulpito viene la predica… da Antonio Caronna e Crispino Rizzo, che con la scusa di salvare il P.O. di Roccadaspide hanno fondato un gruppo su Facebook onde fare campagna elettorale Pro-Cirielli. Vergognatevi entrambi.

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