Mechthild Thaller e l’Arcangelo Gabriele

don Marcello Stanzione

 Già all’età di quattro anni la tedesca Mechthild Schönwerth, nata il 30 marzo del 1868 e defunta il 30 novembre del 1919, vide spesso il suo angelo custode. A partire dal suo quinto anno di vita fu inoltre anche guidata da un arcangelo. A Monaco, Mechthild andò a scuola presso le suore del monastero di Anger e ricevette una eccellente educazione spirituale. In quel periodo scelse come confessore il padre redentorista Schora, che deve essere stato, sotto tutti gli aspetti, uno straordinario pastore di anime, un vero illuminato da Dio. Fu molto severo nei confronti della bambina che si confessava da lui e quando seppe che Mechthild percorreva già i sentieri della grazia, guidata dal suo angelo custode, seppe come annientare sul nascere ogni germoglio di orgoglio ed egoismo e rafforzare in lei le virtù dell’umiltà e la disponibilità al sacrificio e alle sofferenze. Nella casa di Monaco venne spesso un amico dei fratelli di Mechthild, di quattro anni più grande di lei, che alla fine se ne innamorò e le chiese la mano. Il suo confessore le disse che era la volontà di Dio. Abituata a riconoscere nella voce del confessore quella di Dio, accettò e si sposò a diciassette anni, il 7 maggio del 1885. Al marito, entrato al servizio del principe von Thurn und Taxis dove alla fine lavorò come principale consigliere del demanio, Mechthild rimase fedele per tutta la sua vita, anche se in seguito si rivelò un uomo sconsiderato, lunatico e infedele. Ma lei vide in lui, su incarico del suo confessore “un severo ed inflessibile maestro dei novizi”. La Signora Mechthild Thaller, come ora si chiamava dal cognome del marito, passò i primi tre anni del suo matrimonio, rimasto sempre senza figli, a Regensburgo, e gli anni successivi a Obermachtal (Vurtemberga), dove era stato trasferito suo marito per motivi di lavoro. Dalle lettere, ma soprattutto dai diari di questa mistica , in parte rimasti inediti, si viene a conoscenza di molti dettagli che riguardano le sue croci e sofferenze, ma anche sulle singolari grazie e consolazioni celesti che le furono concesse da Dio. Riguardo all’arcangelo Gabriele la mistica tedesca scrive : “ San Gabriele è il messaggero speciale dello Spirito Santo e porta un’alba con stola, cioè una veste sacerdotale. Per meriti è sullo stesso piano di San Michele. E’ l’angelo dei figli dello Spirito Santo, dei sacerdoti, e di tutte le anime che venerano lo Spirito Santo o desiderano perlomeno servirlo al meglio. E’ anche il patrono della preghiera ardente. Prima della predicazione del Vangelo, i sacerdoti non dovrebbero mai dimenticare di invocarlo e anche chi soffre molto nel corpo e nello spirito dovrebbe venerarlo. San Gabriele infonde l’amore profondo per la madre di Dio, sua regina, accoglie le anime che lo invocano nell’ora della morte e le conduce fino a lei. La bellezza di San Gabriele è dolce, penetrante e molto toccante, ma non toglie il respiro come fa la magnificenza di San Michele. Una volta, ero inginocchiata davanti al mio crocifisso e non riuscivo a vedere il Cristo, e allora contemplai la devozione e le terribili sofferenze di Maria. Piangevo amaramente per le sofferenze della Madre Vergine, quando all’improvviso ho avvertito un profumo meraviglioso e la mia stanza si è illuminata e ho visto San Gabriele, che mi ha detto con grande gioia: “Ave a te e alle tue sante lacrime!”. Ho tenuto gli occhi chiusi, perché ero abbagliata dallo splendore emanato dall’ “Angelo del Signore” e quando li ho aperti ho visto la Madre Immacolata di Dio davanti a me; era piena di bontà… San Gabriele mi ha parlato di nuovo: “Tu condividi le sofferenze di Maria, quindi condividi anche la sua gioia! Non hai mai pregato il rosario in onore delle sue sette gioie, fallo adesso! Questo rosario non dà solo molta gioia alla regina dei cieli ma anche a chi lo prega. Condividila con i tuoi amici spirituali e salutali nel nome di Gesù e assicura loro l’amore e il sostegno della mia regina, che si rallegra perché essi divulgano la mia gloria e la gloria di tutti gli angeli…”. Al suono dell’Angelus, salutiamo San Gabriele che trasmise ai tre Re Magi, allora pagani, l’ordine divino di recarsi a Betlemme. – Che grande gioia deve aver provato nell’udire le parole “Ecce ancilla Domini!” – Ecco la serva del Signore! – e si sarà inchinato, perché il Verbo si era fatto carne. San Gabriele è l’angelo custode di Gesù fatto uomo, annunciò la nascita di Cristo ai pastori, accompagnò la Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto, rincuorò il Salvatore sul Monte degli Olivi, assistette la Madre di Dio alla quarta stazione della Via Crucis e nostro Signore nell’ora della resurrezione e dell’ascensione. Chi venera San Gabriele sarà confortato e consolato nella morte, come nostro Signore. La festa di San Giuseppe (19 marzo) e quella di San Gabriele (24 marzo nel calendario prima della riforma liturgica del Vaticano II) sono molto vicine l’una all’altra. Durante la sua vita, Giuseppe fu in stretto contatto con l’Arcangelo, che gli annunciò gli ordini e decreti divini. Quindi, per ordine di Dio, il giorno dell’arcangelo Gabriele, quello di San Giuseppe e l’Annunciazione cadono nello stesso mese, cioè in un’ottava”.