Vangelo commentato II Domenica Avvento- Abbazia Della Scala

Matteo Cap. 3, 1—12 Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!” Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».Parola del Signore                                                                                                                                                                                                      

Padre Antonio Cassano

Lo Spirito ci porta sul nuovo cammino di questo anno, sulla scia lascataci da Matteo evangelista, raccontando di quei giorni in cui Giovanni il Battista sulla riva del fiume Giordano chiamava il popolo a penitenza perché proclamava che la venuta del Signore era imminente. Il Signore, prima di incontrare il popolo, è annunciato da Giovanni il Battista che così si presenta: portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Aveva un abbigliamento semplice, una pelle di cammello addosso e una cintura di pelle intorno alla vita; ricorda com’era vestito secoli prima il profeta Elia: Domandò il re Acazia ai suoi messaggeri: «Com’era l’uomo che vi è venuto incontro con simili parole?». Risposero: «Era un uomo peloso; una cintura di cuoio gli cingeva i fianchi». Egli disse: «Quello è Elia il Tisbita!» (cfr. 2Re 1,7-8).Non sembra essere un caso che Giovanni abbia lo stesso abbigliamento di Elia, come a compiere la stessa missione. Ai tempi di Elia Israele era diviso, il re come tutto il popolo era lontano da Dio e il profeta era perseguitato per la sua fedeltà al Signore. Mentre Elia era nascosto in una caverna, il Signore gli disse: «Che cosa fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». Gli disse: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore» (1Re 19,9-11). Anche Giovanni trova un popolo lontano da Dio e dice: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Convertitevi, ossia metanoe,w (pron. metanoéo) che significa -muto parere, pensiero, mi ricredo- e anche -mi pento-. Giovanni esorta il popolo a rivedere il proprio comportamento, la relazione con il suo Dio, a ricordare l’alleanza con Lui e ad accoglierlo, pentiti per essersi allontanati. Giovanni ricorda loro quello che fu anche l’invito del profeta Isaia quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».Il deserto al quale si riferiva Isaia era quello che il popolo avrebbe attraversato per ritornare a Gerusalemme, dopo che gli Assiri, lo aveva deportato in Babilonia, dopo aver incendiato Gerusalemme e il tempio. Ora Giovanni parla di un altro deserto, il deserto di Giuda, da dove verrà il Signore per incontrare il suo popolo e salvarlo. Ecco allora che da Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. La salvezza che Dio vuole portare al popolo è condizionata però dal fatto, ovvio, se il popolo vuole veramente essere salvato, se vuole tornare in alleanza con il suo Dio, ecco del perché delle invettive di Giovanni a quelli che questo incontro non lo vogliono:Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione. Chi non vuole incontrare Dio, non compie atti per manifestare il pentimento riguardo alla propria lontananza da Dio, non produce un frutto degno di conversione, ossia che renda palese il ritorno a Dio. Perché quei farisei e sadducei provocano questa reazione in Giovanni? -non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché si sentono sicuri. Perché ritengono di non aver bisogno di convertirsi a Dio, sono figli di Abramo, si dichiarano tali, quindi non hanno bisogno di tornare a Dio, sono nell’alleanza.

Giovanni mette in discussione questo. Come? Giovanni afferma tra le righe che l’alleanza con Abramo fu voluta da Dio, fu Dio a cercare Abramo per allearsi con lui e la sua discendenza e quindi anche ora da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Per cui quei farisei e sadducei non devono gloriarsi di qualcosa che fondamentalmente non è dipeso da loro. Occorre invece che riflettano su cosa dipende da loro, ossia se sono fedeli alla chiamata di Dio, all’ alleanza; poiché:Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. L’albero è qui usato come immagine di ogni uomo. Dio si aspetta la risposta alla relazione: Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile. Il grido di Giovanni risuona oggi tra noi discepoli di Cristo, del Signore che egli aveva annunciato. Ciascuno di noi ha incontrato Cristo, intesse con lui una relazione di amore e di fede e come altre relazioni, ad esempio tra marito e moglie o tra amici, implica un volgersi continuamente all’altro per affinare sempre più il rapporto, un venirsi sempre incontro perché la relazione si mantenga e si accresca. Possiamo dire a Giovanni che è così anche per noi, oggi, con Cristo?