Uniat: ricorso al Tar contro Regione Campania su Edilizia Residenziale e Iacp

Le Organizzazioni Sindacali degli Inquilini propongono il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale avverso le scelte della Regione Campania, in merito al disegno di legge sull’Edilizia Residenziale Pubblica e sulla trasformazione degli IACP, alle Linee Guida e per il Bando di realizzazione di alloggi ERS, per motivi di incostituzionalità ed illegittimità. “La Regione Campania” – sottolinea il responsabile regionale dell’UNIAT, Aniello Estero – “deve rendere sinergica la politica abitativa con le direttrici di sviluppo per una programmazione integrata. Sul nostro territorio c’è bisogno di un significativo aumento delle risorse destinate al Fondo di sostegno all’affitto, e ad un piano casa “vero” che non utilizzi altro suolo, che coinvolga Enti Locali, IACP, Camera di Commercio, Parti sociali e il sistema economico, con corrette e costanti relazioni sindacali per realizzare alloggi ERP e Sociale; riqualificare, poi, l’esistente e migliorare la qualità della vita, attivare l’anagrafe del Patrimonio Pubblico e dell’utenza”. Le Organizzazioni Sindacali sono infatti preoccupate della grave situazione abitativa in Campania, che coinvolge migliaia di famiglie. “Sono, ormai, circa 10.000 gli sfratti per morosità nella nostra regione,” – ribadisce lo stesso Aniello Estero – “e aumentano ancora  perché, nonostante la crisi economica che impoverisce sempre di più le famiglie, aumenta il costo degli affitti che, per le fasce meno abbienti, divora tutto il reddito delle stesse”. I fondi per il sostegno all’affitto si sono, infatti, sistematicamente ridotti. In Campania solo 16.000 famiglie riescono ad avere un minimo di assistenza, a fronte di circa 40.000 che ne avrebbero diritto. “L’evasione immobiliare aumenta sempre di più.” – sostiene ancora il responsabile regionale UNIAT – “In Campania sono poche decine di migliaia i contratti registrati, a fronte delle migliaia di posizioni in nero. Inesistenti anche i programmi di edilizia residenziale pubblica: circa 30.000 famiglie nella nostra regione, collocate da anni nelle graduatorie, aspettano un alloggio pubblico. E i pochi fondi a disposizione per l’edilizia sociale vengono utilizzati per contributi a privati che dovrebbero realizzare alloggi a prezzi calmierati ma, di fatto, sono pari a quelli di mercato”. E conclude: “Su queste questioni bisogna essere determinati, alzare il tono con iniziative adeguate e continue ai diversi livelli, per costruire alleanze, scuotere le coscienze, rompere meccanismi perversi. La risposta che è venuta, in questa direzione, dalla campagna di mobilitazione del 4 ottobre scorso “Una città migliore per una vita migliore”, ci ha indicato che quella scelta dall’UNIAT e dalle altre Organizzazioni Sindacali degli Inquilini è la strada giusta”.