Personaggi, autori e lettori – II parte

 Ferdinando Longobardi

 Uno dei modi per difendersi dalle molteplici insidie di un testo è il rifugio nella sicurezza dei generi letterari: solida roccaforte che rassicura il lettore e in molti casi conforta lo scrittore stesso, ma che limita la possibilità dell’uno e dell’altro di guardarsi attorno, con tutte quelle muraglie di cinta e torrioni che bloccano il paesaggio. Se il poeta scrive un sonetto d’amore o la parodia di un sonetto d’amore in piena coscienza della qualifica e della categoria del suo prodotto scrittorio, questo crea uno stato di non belligeranza fra chi scrive e chi legge; e di questo armistizio sembrerà beneficiare il lettore il quale a sua volta leggerà il sonetto come sonetto d’amore o come parodia di un sonetto d’amore senza scrupoli o dubbi. Ma la condizione di pace non stimola la ricerca e la curiosità intellettuale che prosperano meglio in uno stato di conflitto: quando lo scrittore cerca di imbrogliare il lettore e il lettore diffida dello scrittore. La teoria dei generi letterari, ricca di migliaia di opere che dibattono le regole e le convenzioni, o le infrazioni, non mi sembra aver mai affrontato il problema dei vantaggi dell’incertezza classificatoria. Se io so che quello che leggo è un tipico romanzo giallo, come avviene immancabilmente con i prodotti di routine tipo Agatha Christie, la gamma del mio piacere di consumatore è ben delimitata; ma cosa succede con Raymond Chandler che non mi dà mai la sicurezza di essere confortevolmente dentro le mura di un genere letterario convenzionato? Il genere letterario tende non solo a soffocare l’innovazione dello scrittore ma a ottundere la sensibilità del lettore. Se il lettore sa che cosa lo aspetta al varco della prima riga del testo, sonetto dì’amore o parodia di sonetto d’amore, romanzo d investigazione poliziesca o romanzo di investigazione psicologica, la sua acuità e la sua arguzia non servono più perché colui che legge può inserire il pilota automatico e passare attraverso il testo come se esso fosse già stato garantito dalla categoria letteraria a cui appartiene. L’autore afferma di aver scritto una satira; il frontespizio conferma questa notizia, il lettore sa che la satira satireggia, predispone a un atteggiamento satirico, richiede una lettura satirica, e così via. Ma è possibile che la limpidità e l’onestà del procedimento uccidano sul nascere tutto il piacere che la satira può procurare. Il genere letterario è un biglietto di andata e ritorno in un viaggio organizzato per il mondo della letteratura: il viaggio sarà comodo ma poso avventuroso.