Iconografia di S. Alferio con la SS.Trinità

 Ciò che scriviamo oggi vuol essere il prosieguo di una ricerca iconografica su S. Alferio da me effettuata alcuni mesi fa. Nell’anno delle celebrazioni del millenario della fondazione della Badia di Cava dovuta a questo sant’uomo ho ritenuto giusto dire qualche altra cosa  sull’iconografia che lo riguarda. Nella mia ricerca anteriore a questo scritto trattai l’iconografia di S. Alferio con l’arcangelo Michele. Qui voglio ricordare invece due opere che lo raffigurano mentre vede i tre raggi luminosi con i quali la SS. Trinità si manifestò un giorno a lui sul monte S. Elia per esortarlo a costruire un monastero benedettino in onore di Dio visto come Trinità di persone non sul monte S. Elia, come stava facendo, ma intorno alla non lontana grotta Arsicia, grotta nella quale aveva precedentemente trascorso un po’ di tempo in solitudine e preghiera. Ho avuto occasione di osservare queste opere nel mese di agosto scorso, una direttamente, l’altra in una riproduzione fotografica. La prima è un affresco del 1674 nella semilunetta accanto al finestrone destro del transetto della chiesa di S. Giorgio in Salerno, opera di Angelo Solimena, padre del più famoso Francesco, e di artisti della sua bottega.  Antica chiesa di un monastero benedettino femminile la chiesa di S.Giorgio fu arricchita negli ultimi decenni del Seicento di tele e affreschi che ne fanno ancora oggi una delle più belle chiese salernitane. Tra gli affreschi questo di S. Alferio. E’ purtroppo troppo in alto perché ne sia ben gustata la bellezza.  I tre raggi luminosi che colpirono gli  occhi di Alferio le cronache li  dicono provenienti dalla grotta Arsicia intorno alla quale il monaco fu esortato a costruire e costruì la Badia. Invece nell’affresco in questione il santo benedettino li vede fuoriuscenti dalla manina destra di un paffuto angelo barocco che con le dita della manina sinistra forma il numero tre. E’un’originale interpretazione della tradizione. La seconda opera è un dipinto del 1950 del monaco benedettino cavense d. Raffaele Stramondo, scomparso nel 1997 (è tra le immagini presenti nel sito www.artcurel.it/associazionesalferioabate.htm].  In quest’opera ciò che tramandano le cronache è invece fedelmente seguito. Su uno sperone del monte S.Elia Alferio, vestito di un saio nero benedettino dalle ampie maniche, in ginocchio contempla, allargando le braccia, il luogo da cui provengono i raggi. Con la dedica della Badia di Cava alla SS.Trinità S. Alferio diede certamente un impulso forte alla diffusione di una devozione a Dio visto come trinità di persone che troverà due secoli dopo la sua ufficializzazione con l’istituzione da parte del papa Giovanni XXII della festa liturgica della SS.Trinità estesa a tutta la Chiesa, festa che ancor oggi si celebra.

Maria Rosaria Adinolfi