Sicignano/Lagonegro: il trenino dei desideri

Aldo Bianchini

In tutta sincerità mi è molto piaciuto l’intervento di Rosario Nicola Luisi (responsabile del dipartimento cultura del PdL della provincia di Salerno) sul turismo sostenibile in riferimento alla riattivazione del tratto ferroviario Sicignano-Lagonegro “abbandonato” nel lontano 1987. Luisi ha ripercorso idealmente la tratta in questione descrivendola con particolare cognizione di causa; non so se, vista la sua giovane età, l’ha mai fisicamente utilizzata quando la mitica “littorina” partiva da Salerno con un paio di carrozze e caracollando attraversava prima la piana del Sele e poi si inerpicava su per i monti fino a Lagonegro. Quella tratta nei primi anni ’70 raggiunse la sua massima punta di utilizzo; era il trenino con il quale i ragazzi accompagnavano per un bel tratto le studentesse del Vallo da Salerno fin nelle stazioni dei loro paesi natii, per poi far ritorno subito a Salerno con lo stesso mezzo. Momenti indubbiamente romantici, tra sguardi maliziosi e sospiri sognanti, ma destinati a rimanere nella storia di intere comunità, e non solo.  Prima di Luisi, è bene ricordarlo, in tanti si sono cimentati nel tentativo di ridare la giusta destinazione (anche commerciale e turistica) della tratta che tocca due provincie di due regioni. Senza far danno a nessuno ricordo l’interessamento del CAI, del Codacons, di Italia Nostra, dei vari Comuni lungo il tracciato, degli assessori provinciali Giuliano, Paladino, Arenare ed anche del delegato al turismo Luigi Giordano. Ma tutto fino ad oggi è stato inutile, addirittura qualche comune ha divelto o coperto di asfalto i binari nei tratti urbani; insomma da un lato l’apparente interesse pro ferrovia, dall’altro la pragmatica assuefazione all’indolenza delle FF.SS. ed anche, per certi versi, di Provincia e Regione. E’ vero comunque che quel tratto era diventato antieconomico per le FF.SS., ricordo negli anni ’70 il numero veramente ridottissimo di passeggeri tanto che qualche volta su quella littorina non c’erano più di due-tre viaggiatori per volta. Un vero disastro!! Bisogna, quindi, ripensarla quella tratta per ridarle vigore ed anche economicità. Mi viene in mente il famoso “trenino rosso”, quello che da Tirano porta fino a St.Moritz (60 km.) e da lì fino a Thusis (altri 62 km.). Quel trenino è diventato “patrimonio dell’Unesco”. E’ vero che parte dai 429 mt. Slm di Tirano, tocca i 2253 del Bernina, ed approda ai 1900 mt. circa di St. Moritz. E’ vero anche che costeggia il famoso lago di Poschiavo, scala il massiccio del Bernina, transita lungo il ghiacciaio eterno della Diavolezza, sfreccia nella mitica vallata dell’Engadina con i suoi meravigliosi laghetti e, prima di arrivare a St. Moritz, passa davanti la famosissima “casa di Heidi” a Maienfeld. E’ vero, infine, che porta tutti i passeggeri a far visita allo “spartiacque del bacino idrografico del Mediterraneo” dove le acque dei ghiacciai vengono separate ed avviate verso il Po e verso il Danubio. E’ tutto vero, d’accordo, la bellezza naturale delle Alpi è impareggiabile, ma un tracciato ideale da Salerno a Lagonegro, fatte le debite differenze, non è da meno. Stazioni di visita ad esempio alla necropoli di Picentia, al Parco Termale di Contursi, alla Volcei di Buccino, alle gole di Salvitelle, ai Monti Alburni, al parco di fragole di Petina, alle grotte di Pertosa, ai centri storici del Vallo di Diano, al battistero di Fonti, alla Certosa di Padula, al parco cerreta di Montesano, e sempre più su fino a Lagonegro.  Ed è giusto ricordare che già nel 1992 (agli albori del Parco) la provincia mise in cantiere un progetto ancora attuale di ippovie e percorsi a cavallo; progetto sul quale ancora oggi riversano notevoli interessi le numerose associazioni di trekking presenti sul territorio. L’importante che nel quadro delle iniziative per il ripristino della Sicignano-Lagonegro vengano direttamente interessate le due città capoluogo: Salerno e Potenza, che da questo progetto potranno soltanto guadagnare in consensi, in flussi turistici e rivalutazione delle zone interne. E’ vero, infine, che “un’idea che non è pericolosa non è degna di essere chiamata idea” ma è altrettanto vero che se non ci fossero idee pericolose il mondo avrebbe già concluso la sua corsa da secoli e secoli.

 

2 pensieri su “Sicignano/Lagonegro: il trenino dei desideri

  1. Il MINUETTO Diesel di TRENITALIA,ogni giorno in servizio alla stazione di BUCCINO, trasporta , comodamente sedute, 122 persone, compresi i disabili in carrozzella, alla velocità massima di 130KM/ora raggiungibile tranquillmente nel tratto ferroviario POLLA-MONTESANO, con DUE persone di equipaggio(macchinista e capotreno). Per trasportare lo stesso numero di persone occorrono TRE AUTOBUS di linea,con TRE autisti, che viaggiano alla velocità massima di 100 KM/ora. Tra MONTESANO-ATENA gli autobus viaggiano al massimo a 50 KM/ora e tra ATENA-POLLA ad 80 KM/ora. Nel tratto farroviario”turistico” Sicignano-POLLA i TRENI vanno a 80 KM/ora.Smettiamo di parlare di”trenini turistici”,tipo BERNINA, che sono a scartamento ridotto,tipo Circumvesuviana, e non NORMALI come quelli di TRENITALIA. La ferrovia NON si riapre nel tratto SICIGNANO-CASALBUONO, perchè,altrimenti,NON ci sarebbe NEMMENO UNA CORSA di AUTOBUS di LINEA tra il Vallo di Diano e BATTIPAGLIA,SALERNO e NAPOLI. Gli abitanti del Vallo,compresi POLITICI locali, provino a viaggiare in TRENO da BUCCINO e vedranno la differenza con la vecchia e romantica LITTORINA! A Salerno stazione,terminale dell’Alta Velocità ferroviaria, ci si deve arrivare in TRENO Regionale e NON a CAVALLO, con l’IPPOVIA!

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