Le litanie degli angeli

don Marcello Stanzione

 I nomi degli Angeli erano guardati fin dall’antichità come una potenza capace di allontanare i mali e di assicurare i beni. Non è, dunque, una meraviglia che già all’inizio del cristianesimo si prese l’abitudine di invocare gli Angeli. Le invocazioni che seguono ci si presentano come dei frammenti di Litanie, incise sul marmo. “Arcangelo Michele, abbi pietà della tua città”. “Santo e terribile Arcangelo Michele, soccorri il tuo schiavo Charilaos … “(III o IV secolo). Altre iscrizioni associano i nomi di Michele e di Gabriele  Padre, Figlio, Spirito Santo. Nostro Padre Michele con Gabriele … ricordatevi dell’apa Pchoi … “).Gli amuleti gnostici portano analoghe invocazioni : “Michele, Gabriele, Raffaele, custodite colui che porta (questo amuleto)”.  Un Salterio del X secolo, conservato nella Biblioteca del Capitolo di Salisbury, contiene, alla fine delle Litanie, l’enumerazione dei nove Cori degli Angeli. In delle Litanie che datano del tempo di Luigi il Germanico (+ 876), si vedono figurare, in testa dei 532 santi – divisi in Martiri (277) ; confessori (153) ; vergini (102), i tre Arcangeli : Michele, Gabriele e Raffaele. Oggi, nelle Litanie Maggiori, si invocano, dopo la Santissima Trinità, dopo la Vergine e San Giuseppe, i tre Arcangeli, tutti gli Arcangeli, e tutti i Santi Ordini degli Spiriti celesti. Nel corso dei secoli, si sono composte delle Litanie di San Michele, dei Santi Angeli, e dell’Angelo custode.  In un Libro di Ore e di preghiere, del XVI secolo (Bibl. Naz.), leggiamo : “Qui segue il Kyriele dei benedetti Santi Angeli. Kyrie eleison … “ (Lunga Litania in onore degli Angeli). A dire il vero, Roma non ha mai molto incoraggiato questo genere di pietà. Nel 1601, il papa Clemente VIII vietò, per Decreto, di pubblicare altre Litanie, diverse da quelle dei Santi e di Loreto, e di recitare queste stesse Litanie nelle chiese, negli Oratori, ed alle processioni. Benedetto XIII, nel 1727, aggravò questa decisione e mise all’Indice tutte le Litanie non approvate (cit. Card. Gerdil, Decreti di Benedetto XIV, in Analect. Juris Pontific., t. I, col. 1252). Benedetto XIV non si limita a proscrivere le Litanie non approvate, ma mette all’Indice tutte le Litanie, eccetto quelle dei Santi e quelle della Santa Vergine (Litaniae omnes, praeter antiquissimas et communes, quae in Breviariis, Missalibus, Pontificalibus ac Ritualibus continentur, et praeter Litanias de B. Virgine, quae in Sacra saede Lauretana decantari solent, cit. Card. Gerdil, ibidem, col. 1253). Queste proibizioni non mirano, tuttavia, sembra, che alla recita pubblica ed ufficiale. In effetti, nel 1613, il P. Albertini, S.J., inseriva, nel suo opuscolo sugli Angeli, delle Litaniae et orationes de Sanctis Angelis (p. 224-230) e delle Litaniae S. Michaëlis (p. 238-241). Le Litaniae Sacrae, pubblicate a Douai, nel 1624, contengono ugualmente delle Litaniae de Angelis Sanctis, p. 95-107). Il Paradisus animae christianae (Lione, 1698, ne offre una ugualmente (p. 89-92). Ed il “Nuovo Formulario di Preghiere”, approvato dal card. Giraud (Cambrai, 1845), contiene, per il martedì, delle Litanie dell’Angelo custode (p. 270-1) e delle Litanie dei Santi Angeli (p. 275-277). La misura di Benedetto XIV è stata addolcita, il 29 ottobre 1882, dalla Sacra Congregazione dei Riti, che concedeva all’Ordinario il potere di approvare nuove Litanie, se gli sembravano utili (“Collect. S. Congr. De Prop. Fide”, Roma, 1893, n° 1997, p. 797). Una decisione del 11 febbraio 1898, della stessa Congregazione, aggiunge che “al di fuori delle Litanie dei Santi, della Santa Vergine, del Santo Nome di Gesù, si possono recitare in modo privato delle Litanie approvate dall’Ordinario” (Collectam. T. II, Roma, 1907, n° 1991, p. 365).