Vita di Missione: Alfabeto Africano, L come Liberazione

Padre Oliviero Ferro

Si pensava che in Africa, dopo l’indipendenza negli anni Sessanta (secolo scorso), fosse arrivato anche il tempo della liberazione. Tutti i movimenti indipendentisti lo avevano messo nel loro programma. Ma quando sono arrivati al potere, come al solito, hanno dimenticato quello che avevano promesso. E allora la gente, è ridiventata schiava,incatenata dai “nuovi liberatori” che non erano più degli stranieri, ma quelli con il loro medesimo colore di pelle. Qualcuno in Congo RDC, diceva “Quando finisce l’indipendenza?” perché aveva visto che i nuovi padroni erano peggio dei precedenti. Non basta dire che si è al servizio del popolo,bisogna esserlo effettivamente. Potrei accostare alla domanda dell’anziano africano, quello che mi disse l’anno scorso un signore in una città della Campania,quando gli chiesi come mai c’era del disordine nella sua città. Mi rispose che “siamo nel regno di Franceschiello”(dei Borboni). Quando in Africa si fanno degli scioperi, si chiede giustizia. Spesso chi sta al potere, manda la polizia per dissuader i provocatori. Faccio un piccolo esempio per capirsi meglio. Anche in Camerun, come in itala, c’è l’abitudine di depositare i soldi in Posta. Naturalmente con la prospettiva di andare a recuperarli quando si ha bisogno. Cosa succede? Si va allo sportello e si chiede una certa somma. L’impiegata, un po’ annoiata, dice che non ci sono soldi. Al tuo smarrimento, risponde di tornare fra un po’ di giorni. Quanti? Non avere fretta. Ritorni dopo un mese, perché hai sentito che il Governo ha fatto arrivare i soldi in Posta (Le Poste dipendono dal ministero delle Telecomunicazioni). Vai fiducioso e l’impiegata, tutta sorridente, ti dice che i soldi ci sono, ma che lei ha bisogno del “tuo incoraggiamento”. In parole povere, le devi lasciare il venti per cento della somma che hai richiesto. E così devi cedere, se vuoi avere qualcosa. Nei casi più estremi, cioè quando per mesi non arrivano i soldi, i clienti fanno un posto di blocco, si sdraiano per terra davanti alla Posta. Dopo poco arriva uno squadrone di gendarmi che comincia a pestare a più non posso. Ne arresta alcuni che  vengono condotti in prigione e chissà quando usciranno (se pagheranno!) e così la libera manifestazione è terminata. Naturalmente nessun processo ai gendarmi che hanno arrestato dei provocatori, o, come dice il Gran Capo Nazionale, “degli apprendisti stregoni”. In altri Paesi dell’Africa, la liberazione, il cambiamento è arrivato attraverso il sangue,milioni di morti,gente in carcere. Speriamo che questa spirale di violenza finisca e la gente possa liberamente vivere in pace.