Un commento ai lamenti d’Isaia Sales

Giuseppe Lembo

Pur essendo un uomo di sinistra, socialista umanitario e libertario sin dagli anni sessanta, proprio non lo condivido, per una serie di ragioni che sono alla base del mio profondo dissenso. -Sono stato un funzionario della Regione Campania, fino al 2004; -Sono un giornalista, in questa veste per alcuni anni ho diretto la rivista “Campania Agricoltura “, l’unica rivista tecnica della Regione Campania, dopo un poco morta di bassolinismo che ha ritenuto opportuna cancellarla; -Sono stato, tra l’altro, un sociologo, attivamente presente nella sanità regionale, il cui corso da sfascio, è, purtroppo, datato a partire dagli anni del governatore Bassolino e di tutte le sue menti eccelse che, venendo dall’esterno, hanno prodotto come preziosi risultati i guai di lunga durata che tanto male stanno facendo alla nostra regione, alla nostra società sempre più impoverita, sempre più abbandonata a se stessa, sempre più senza speranze e/o prospettive di possibili cambiamenti. In quello staff di cervelloni dello sfascio, c’era tra l’altro, lo stesso Isaia Sales, uomo del presidente, chiamato ad incarichi importanti in nome della sua militanza e della sua appartenenza politica. Che cosa ha fatto il governatore Bassolino insediandosi al governo della Campania? Ha chiamato un gran numero di esterni; tanto,  non tanto per esigenze di professionalità e di un buon governo della cosa pubblica della Regione Campania. Li ha chiamati, compreso Isaia Sales, in nome e per conto della politica; Santa Lucia e dintorni si è colorata di rosso in posti di primo piano e di rilevante importanza per il buon governo della Regione e per un possibile cambiamento e sviluppo della società e del territorio campano. Alla base della “chiamata” non c’erano esigenze di efficienza come vuole farci credere Isaia Sales, braccio destro, consulente ed amico del presidente-governatore. Alla base c’era ancora una volta il malvezzo della “politica padrona” ed arraffatutto che aveva dato alla Regione Campania un vero e proprio esercito di dipendenti, oltre ventimila, senza alcuna selezione, prova di professionalità e/o di verifica delle competenze da svolgere, per cui si veniva chiamati. Sono gli anni bui delle piante organiche riguardanti il territorio regionale della sanità; la politica in quegli anni ha fatto di tutto e di più, considerando la salute una fabbrica per assunzioni clientelari, per inutili, spreconi e dannose strutture territoriali, per far crescere i consensi, assumendo, spandendo e sprecando preziose risorse pubbliche, spesso non avendole, per cui a debito. Con Bassolino al governo c’è stato un vero e proprio assalto alla diligenza, pensando all’inesauribilità delle risorse ed al poter fare impunemente tutto ciò che si voleva. Intanto emergeva un primo dato che era quello di isolare le risorse umane storiche della regione, di metterle da parte, di sostituirle nei posti importanti, nei posti che contavano e contano, in nome dell’immoralità politica, di un’etica non etica per cui tutte le cose fatte hanno una loro logica ed un loro fine; un fine solo di potere; solo ed esclusivamente  politico. Le numerose clientele ed Isaia Sales ne sa qualcosa, si arruffianavano per cui, prima o poi si aprivano le porte del potere attraverso assunzioni non necessarie ed un gioco infinito di consulenze compiacenti per tanti amici degli amici. In tutto questo il personale storico della regione, le risorse umane dell’Ente in attesa di vedersi riconosciuti i propri diritti di carriera, rimanevano indietro e venivano messe da parte, in quanto Bassolino e compagni, dovevano utilizzare le risorse politiche esterne, i cervelloni politico- dipendenti, spesso più virtuali che reali. Questo ed in questi termini si è sviluppata la massa di esterni assunti nel ruolo di dirigenti dal governatore Bassolino. Una massa chiamata per esigenze politiche e non per efficienza, come dimostrano i risultati conseguiti, in 10 anni,a dir poco catastrofici e di nessuna utilità per una regione ormai in ginocchio. Da sinistra riconosco la correttezza dell’azione amministrativa del governatore Caldoro che, privo di tutto, deve necessariamente, incominciare a mettere ordine al disordine. I lamenti e le proposte di Isaia Sales (più lamenti per i privilegi tolti che proposte per come affrontare seriamente il futuro di questa Regione), non portano da nessuna parte; proprio non giovano al futuro della Campania, alle attese della sua gente (attese sempre più disperate), al tradimento dei giovani, costretti ad andarsene per cercare pane, lavoro ed altro, altrove. Ma caro Sales, come Caldoro non dovrebbe prendere le distanze da tanti atti sconsiderati e dannosi della Giunta Bassolino? Nel nome della continuità doveva forse continuare a consolidare il “disastro Campania”, lo sfascio di una regione che per salvarsi, deve ricominciare d’accapo e chiamare la gente ad un grande atto di responsabilità, rimboccandosi le maniche, avendo certezza che la festa è finita e che responsabilmente bisogna ricominciare? Non c’è niente che possa far pensare, come possibile e giusta, la continuità con un passato tutto da cancellare; anche per quei 29 dirigenti che hanno affiancato il governatore Bassolino, contribuendo ai guasti che sono sotto gli occhi di tutti, è giusto che siano rimossi; è giusto che si metta ordine al disordine; per loro, oltre al merito dell’appartenenza, non ci sono altri meriti, anzi c’è il demerito dovuto al fatto di avere espropriato il diritto di chi era una risorsa storica con il merito di un percorso professionale di tutto rispetto ed il solo demerito di non essere politicamente collegati e/o servilmente dipendenti. L’illecito lasciato in eredità da Bassolino e suoi collegati non va sottaciuto, in quanto per il grave peso che ha, rappresenta un danno per il futuro della Campania che proprio non sa a quali santi votarsi, per salvarsi da uno sfascio di proporzioni enormi. Oltre al debito della sanità, dovuto non tanto per sostenere i cittadini campani nel bisogno di aiuti per la salute, ma per amore di potere e di clientele legate al potere, c’è anche lo sforamento del patto di stabilità. Nel nostro Paese domina ovunque una grande confusione; anche le regole, le leggi, vengono considerate inutili optional. Ci sono, ma si possono anche non rispettare.  Questo lo pensano, lo dicono e la fanno soprattutto le Istituzioni del Sud considerate regni sovrani del monarca di turno. Questo ha pensato e fatto Antonio Bassolino; questo sostiene Isaia Sales, quando afferma che lo sforamento è possibile e legittimo, a causa della profonda crisi nell’economia campana. Isaia Sales è nel torto quando cerca una giustificazione che proprio non regge e non regge anche la sua difesa d’ufficio per quanto riguarda il Comune di Napoli, nei cui confronti il governo Caldoro, a buon diritto,  è intervenuto, annullandone delle decisioni di spesa. Ci vuole veramente un bel coraggio a difendere il Comune di Napoli, dove oltre agli sprechi evidenti, c’è una profonda e diffusa condizione di malessere, c’è una crisi senza ritorno che presto si trasformerà in un disastro per Napoli, per la Campania e per il Sud più in generale. Non sono i tagli alle risorse di oggi caro Sales, a creare i tuoi lamentati problemi a Napoli ed alla sua gente; si tratta di un malessere che viene da lontano ed affonda le sue radici negli sprechi senza fine, in cui, per troppo tempo, il governatore Bassolino ha pensato di poter navigare a vista, assumendo e facendo assumere comuni comportamenti politici. Per la validità di quei 29 dirigenti, c’è da ricordare a Sales, che hanno ottenuto il privilegio di quel ruolo, sottraendone il diritto naturale e legittimo al personale storico che è stato messo da parte e che aveva tutti i titoli necessari per essere chiamato a quel ruolo, che gli è stato maltolto ed espropriato dalla politica-padrona. Per quanto riguarda i risultati conseguiti, c’è poco da sbandierarne le positività, negate da fatti che sono di diverso segno. Perché allarmare l’opinione pubblica, facendo capire che alcune rimozioni di dirigenti politicizzati, per altro previste dallo spoil system, producono addirittura danni economici, determinando per mesi il blocco di alcuni settori centrali della vita regionale? Non è così. Isaia Sales lo sa bene; anche senza di loro la macchina della burocrazia regionale, non subisce alcun contraccolpo; è l’insieme a farla funzionare ed a far produrre risultati che spesso, hanno trovato e  trovano azioni frenanti proprio nella mediocrità di una dirigenza politica, che deve dar conto e fare i conti con i politici padroni che li hanno favoriti nella carriera e nei privilegi. Dato il peso delle risorse umane interne all’Ente, se si vuole veramente cambiare e ridurre gli sprechi, il governatore Caldoro fa bene ad eliminare l’anomalia campana delle risorse umane esterne. La Regione Campania ha personale anche dirigenziale di cui non sa cosa farsene; ha professionisti dipendenti meritevoli di fare carriera e di mettere al servizio della gente la propria professionalità. Se non si fa questo, si continua, nella logica di sempre, a negare i propri diritti legittimi ai dipendenti che operano nella regione Campania e che attendono segnali nuovi, per fare il proprio dovere di professionisti pubblici, al di fuori ed al di sopra del servilismo politico che ne determina l’appartenenza. Caro Sales non è credibile neanche la sua proposta di affidarsi ad una commissione di esperti esterni per valutarne i meriti e quindi la riconferma. Ma, non le risulta che, per accedere nelle carriere della Pubblica Amministrazione italiana, ci siano dei regolari concorsi pubblici? Forse si tratta di regole che non si applicano nella Repubblica delle banane che è diventata l’Italia e soprattutto la Regione Campania, dove la politica dopo quello di Gomorra, occupa il primo posto in questa nostra regione, da troppo lungo tempo sedotta ed abbandonata e priva di una sua identità di perbenismo e civiltà. Concludendo e per ultimo dico che non è tollerabile promuovere ancora come positivi oltre al Bassolino – pensiero, anche i risultati raggiunti, le cui negatività sono sotto gli occhi di tutti. Eppure Isaia Sales è tra quelli che leggono; è tra quelli che si informano e si documentano. Come mai vuole cambiare le carte in tavola, presentando come positive, le tante negatività? Perché questo? Non giova alla verità e tanto meno a rasserenare il clima teso di una regione allo sbando e che non ce la fa più a campare. Caro Sales, la Campania ha il bel vanto di essere l’ultima delle regioni italiane; nella santità, nel lavoro, nella fuga dei cervelli, nel degrado umano e territoriale, nelle attese di futuro e nella stessa formazione dei giovani, ai quali si è dato poco, veramente poco, anche in termini universitari, dove vecchie consolidate baronie stanno solo a godersi familisticamente il potere, i privilegi a vita non solo per se, ma anche per i loro gruppi familiari Come dimenticare la munnezza ed il degrado di Napoli? Non si può osare a tal punto, dando in pasto alla gente scenari umani e sociali deformati, diversi dalla realtà. La Campania proprio non ha più bisogno di Bassolino e del Bassolino – pensiero. La Campania, per salvarsi, caro Sales, ha bisogno di una classe politica nuova; rinnovata e capace di stare con la gente, collaborando positivamente per risolverne i problemi. Basta nella nostra regione con i politici a vita, con quel potere arrogante, familistico e distruttivo che ha prodotto macerie ed ha lasciato in eredità al nostro futuro, guasti che ci accompagneranno per decenni e decenni. L’uomo Bassolino ha fatto il suo tempo, anche per la munnezza di Napoli. Rinnoviamo. Liberiamolo dal ruolo scomodo di uomo del potere e ridiamogli la nostra umana e solidale comprensione, come uomo solo che deve vivere in pace, lontano dal potere e dalla politica, il resto della sua vita. Se vuole ancora arrogantemente governare le scene, allora è bene esprimere, nei suoi confronti, una forte condanna morale per i guai di Napoli e della Campania; si tratta di guai di lungo corso che dureranno certamente per tutto il secolo XXI di cui qualcuno o tanti dovrebbero pagarne il costo.