Piana del Sele: continua la persecuzione ai lavoratori immigrati in marcia per non essere invisibili

Nella serata di ieri, 14 giugno, alla vigilia di uno sgombero annunciato, oltre 40 lavoratori magrebini, regolari e residenti, hanno percorso una marcia di oltre 6 Km per raggiungere e presidiare il Comune di Capaccio. La questione della casa al centro della protesta decisa dai lavoratori durante un’assemblea dove hanno partecipato gli attivisti USB che dalla vergogna di San Nicola Varco seguono i lavoratori della Piana. Al Sindaco è stata chiesta una soluzione all’emergenza abitativa che l’ordinanza comunale di sgombero avrebbe curato a breve. Il presidio si è protratto fino a notte quando i lavoratori hanno lasciato la scalinata del Municipio dopo impegni formali di rassicurazione del vice sindaco intervenuto nella trattativa. Questa volta la politica locale non potrà mettere sotto il tappeto questa ennesima crisi sociale. Questa mattina, alle ore 9 è arrivato lo sgombero assistito da ingenti forze di polizia, carabinieri, polizia locale, vigili urbani, vigili del fuoco e protezione civile. Gli oltre 40 lavoratori magrebini si sono trovati in strada e in modo ordinato e civile hanno atteso i provvedimenti che sono arrivati solo in tarda mattinata attraverso delle sistemazioni provvisorie in camping e villette sequestrate di Paestum. Fondamentale è stata la presenza degli attivisti USB che hanno sollecitato con forza e determinazione l’intervento fattivo di assessori e consiglieri che hanno mediato per una soluzione che evitasse l’ennesimo maltrattamento ai lavoratori. Si ripropone – dunque – a distanza di qualche mese, nella Piana del Sele, lo stesso copione che registrammo quando furono sgomberati gli immigrati a San Nicola Varco: da un lato lo sfruttamento intensivo di questa manodopera a basso costo nel ciclo dell’agroalimentare e dall’altra la ghettizzazione dei loro bisogni primari. L’Unione Sindacale di Base continua, come sta facendo in queste ore, la sua attività di sostegno e di denuncia ed auspica la costruzione di una forte mobilitazione antirazzista e solidale al fianco di questi lavoratori per mettere la parola fine allo sfruttamento e alle politiche ostili e contrarie all’integrazione. I rappresentanti politici ed istituzionali del Piano di zona e dei comuni interessati (Battipaglia, Eboli e Capaccio) devono trovare soluzioni definitive e risolvere questo annoso problema che lede la dignità umana dei lavoratori.