Roccadaspide:salvaguardia del convento di Sant’Antonio

Il convento francescano di Santa Maria delle Grazie di Roccadaspide, meglio conosciuto come convento di Sant’Antonio dei conventuali Minori, è certamente uno degli elementi più preziosi del patrimonio architettonico della città. Eppure negli ultimi anni è stato abbandonato all’oblio, tanto da presentarsi circondato da rovi. Tuttavia si tratta di una struttura su cui l’Amministrazione comunale, retta da Girolamo Auricchio, non ha mai smesso di vigilare nella convinzione che si tratti di un patrimonio da tutelare ed anzi da valorizzare. Per questa ragione il sindaco era presente al recente sopralluogo disposto dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Salerno e Avellino, compiuto dall’architetto Rosalba De Feo, e dal responsabile dell’Ufficio Tecnico di Roccadaspide, l’ingegnere Tommaso Giuliani. Nel corso del sopralluogo sono emersi danni alle strutture del convento di proprietà di alcuni cittadini di Roccadaspide, pertanto il Soprintendente Giuseppe Zampino ha inviato un provvedimento con il quale ordina “la esecuzione ad horas di interventi provvisionali atti ad evitare ulteriori danni, diretti da un professionista abilitato; (…) l’inoltro del progetto delle opere provvisionali e di nota informativa dell’avvenuto inizio dei lavori; (…) la presentazione entro 60 giorni del progetto esecutivo delle opere necessarie alla conservazione del bene”. Il primo cittadino Auricchio auspica che sia l’amministrazione comunale, sia gli enti preposti che i cittadini, possano collaborare per salvaguardare un bene comune, e affinché i tesori architettonici della comunità possano essere conservati e valorizzati”. Come noto, la struttura ha grande valenza architettonica, oltre che inestimabile valore culturale: la facciata del convento presenta grandi archi a tutto sesto e volte a crociera che portano all’ingresso della chiesa e a quello del convento. Sull’architrave della chiesa è scolpito lo stemma dei francescani che porta inciso l’anno di costruzione, il 1415. Nel XVI secolo superiore dell’ordine fu Felice Perretti, che poi divenne Papa con il nome di Sisto V (1585-1590), il quale volle gli affreschi interni ed esterni, realizzato da Consulmagno di Aquara. Con le leggi napoleoniche del 1806 sulla soppressione degli ordini ecclesiastici, l’orto e la chiesa furono trasformati in cimitero.