On. Gargani: nuova stagione politica col Pdl
Il lusinghiero risultato elettorale del 7 giugno nei Comuni e nelle Province è la prova della presenza sul territorio di un partito che vuol essere protagonista. L’affermazione della PDL non è soltanto conseguenza del rapporto particolare che da tempo si è consolidato tra i cittadini e il Presidente Berlusconi, ma è il frutto di un lavoro che i dirigenti hanno fatto in questi anni superando la fase iniziale di un “movimento” approssimativo senza consistenza organizzativa per delineare una struttura che comincia ad avere le sembianze di un partito.Si apre una fase completamente diversa anche per la Campania che deve essere caratterizzata da un sostegno pieno e consapevole alle amministrazioni locali e di conseguenza da un nuovo modo di intendere il partito sul territorio e il suo rapporto con la società. Il nuovo corso alla Provincia assegna grandi responsabilità agli amministratori che hanno il compito di rendere evidente la discontinuità rispetto al passato. Il 27 e 28 marzo 2009 l’assemblea costituente del “Popolo della Libertà” aveva sancito la nascita di questo nuovo partito di centro. La strategia di Berlusconi è risultata, alla prova elettorale, vincente ed ha costituito la vera novità nel sistema politico generale. Già Forza Italia con la sua leadership ed il suo carisma realizzando una sintesi delle varie culture politiche, riformiste e liberaldemocratiche aveva occupato vittoriosamente il centro moderato e riformista rappresentando al meglio gli interessi dei vari ceti popolari.L’adesione di Alleanza Nazionale al PPE maturata dopo un lungo processo di maturazione democratica ha consentito la formazione di una forza politica nuova e diversa ma credibile per la politica del governo. Dobbiamo avere la consapevolezza dunque che questa nuova formazione politica può acquisire un ruolo straordinario per un rapporto diverso con la società. Il Popolo della Libertà a garanzia dei valori fondamentali della tradizione politica e culturale dell’occidente ha messo al centro della sua visione politica la difesa della dignità della persona e della famiglia e la tutela degli interessi generali del paese con la pratica del buon governo e ha dunque arricchito la grande famiglia dei popolari europei con la sua peculiarità e la sua specificità. È ora necessario, per i risultati politici e amministrativi ottenuti nel giugno scorso, dare al PDL una struttura forte ed articolata che consenta il pluralismo interno, il superamento del verticismo e delle posizioni elitarie, l’apertura al confronto e al dibattito,. Compito difficile ma fondamentale. Prendiamo atto che il PDL è un partito presidenziale connotato dal carisma del leader che deve però arricchirsi di una autentica partecipazione democratica da parte dei suoi iscritti e dei suoi simpatizzanti: il partito deve essere partecipato, pluralistico e democratico se vuole essere protagonista in una società che chiede valori e rappresentatività. Lo statuto approvato dall’Assemblea costituente dal marzo scorso risponde alle esigenze di una fase transitoria, ancora caratterizzata dal verticismo e dalle funzioni elitarie della classe dirigente parlamentare. In attesa del superamento di questa fase bisogna interpretare le esigenze che si esprimono nelle realtà locali dove è forte la domanda di partecipazione e di coinvolgimento degli iscritti e simpatizzanti nelle scelte politiche e nella rappresentanza in seno agli organi di partito. Consapevoli di questa esigenza imprescindibile gli iscritti all’Associazione PPIE (Progetto Popolare per gli Italiani in Europa) che fu costituita nel 2006 e che ha avuto un ruolo fondamentale nell’approfondire i problemi del popolarismo e nel collegamento con l’Europa, vogliono portare avanti quel progetto ponendo al centro dell’attenzione la Campania e il Sud d’Italia. Il Sud deve esprimere il nuovo meridionalismo che si collega direttamente con l’Europa.Ci proponiamo di alimentare il confronto interno e arricchire di contenuti il dibattito in modo che il partito sia fucina di idee e di programmi politici. Vogliamo dunque dar vita ad un Movimento Campania – Sud per l’Europa e approfondire questi temi che consentono la formazione e la crescita del partito con contenuti e prospettive solide condivise. Il programma è contenuto nello Statuto dell’Associazione e può essere sintetizzato in cinque punti: superare la fase transitoria statutaria in modo da realizzare al più presto un partito con organi elettivi attraverso il tesseramento e con congressi a tutti i livelli territoriali; difendere il diritto di rappresentanza negli organismi istituzionali di tutte le componenti del partito tenendo conto del ruolo che svolgono i suoi rappresentanti nelle comunità locali; stimolare il dibattito interno sui contenuti ideali del partito, in particolare su tutto quanto concerne il valore della persona e i suoi diritti fondamentali; realizzare una costante comunicazione tra il partito e i suoi rappresentanti negli Enti e nelle Istituzioni, tra la base e i vertici decisionali sui temi inerenti le realtà locali; collocare il partito nella sua dimensione europea approfondendo il vero significato del popolarismo che oggi tanti prendono a riferimento con superficialità e disinvoltura. Rivolgiamo un appello ad aderire alla nostra azione e alle iniziative che adotteremo perché convinti che una dialettica articolata e diffusa accresce la responsabilità e la partecipazione e rende vitale l’unità del partito.Questa convinzione ispirerà le nostre azioni.
Giuseppe Gargani
On.le Gargani, colonna ineludibile ed esenziale nell’Irpinia, in Campania, meno in Italia, per nulla in Europa, del Pdl del Silvio nazionale. Eppure, credetemi, l’ho conosciuto al seguito dei condottieri democristiani: faceva parte della corrente di “Base” della D. C. anni ’60 – ’70, al seguito di Fiorentino Sullo. A me, come ad altri amici, diceva che la corrente della “Base” era l’elite di quel partito. Che poi era una confederazione di partiti, ma pure annoverava giganti. Ora, folgorato sulla strada di Arcore, si ritrova tra nani ballerine e letteronze, lui che è stato ministro di grazia e giustizia. Incredibile come un uomo possa scadere a livelli politici così bassi pur di mantenere quella “poltrona”. On.le Gargani, a me, come ad altri amici, lei parlava di “valori”. Oggi probabilmente è costretto a parlare di “federalismo fiscale” che vuole il suo “padrone” per rabbonire la Lega Nord. E così facendo, tradisce non solamente la sua “cultura” ma anche noi poveri meridionali, sempre più amareggiati e disillusi. De Gasperi, (lo ricorda?), disse: “Si parla molto dui chi va a destra o a sinistra, ma il decisivo è andare avanti e andare avanti vuol dire andare verso la giustizia sociale”. Non se l’abbia: ogni tanto fa bene ricordare. Francois