“Licenziare i ricercatori che non danno risultati”

 

Salvatore Ganci

Questo è l’impietoso titolo di un articolo di Francesco Margiocco su “Il Secolo XIX” del 28 aprile 2009. Le parole sono del Rettore Francesco Deferrari che confessa di avere un sogno americano: “Se potessi” – confessa –  eliminerei i concorsi universitari che sono un meccanismo perverso. Farei come nelle università americane, dove le persone sono assunte direttamente, dopo avere inviato il curriculum e aver fatto una serie di colloqui”.La disamina del Magnifico Rettore prosegue impietosa,  ammettendo che in passato non sempre sono stati assunti i migliori (e a Genova questo è verissimo specie in certi settori delle Scienze Fisiche). Consola un grafico a barre che mostra come i pensionandi tra gli ordinari e gli associati ridurrebbero l’organico di un ateneo “fortemente in rosso”  di alcune centinaia di unità tra il 2009 e il 2015, … con sollievo del Contribuente e dei bilanci dell’ateneo. Se poi il “Magnifico” riesce a potare gli inutili rami di “laureifici” senza sbocchi (riducendo a una invece che a tre o quattro le fonti di reddito di alcuni docenti) è davvero magnifico. E bravo il Rettore – mi sono subito detto – ma perché vuole licenziare solo i ricercatori che non danno risultati? Mi risulta (purtroppo di “senza carriera” ne conosco qualcuno) che  i poveri ricercatori sono proprio quelli che sudano e lavorano sodo e talvolta “non danno risultati” perché purtroppo si è stati battuti sul tempo (quando non siano anche vessati da non “chiarissimi” Ordinari)… Non parliamo poi dei semplici “Philosophiae Doctors” (con contratti più o meno “schiavizzanti”). A Ingegneria una “ragazzetta” (oggi migrata negli U.S.A. dove vive e lavora felice) faceva spesso lezione a posto del prof (già, dov’era il prof? A fare qualche profumata consulenza?) e rincasava quasi sempre verso le 10 di sera. Stendiamo un velo anche sulla mia ex studentessa che dopo un bel numero di anni nell’I.N.F.N. si trova “buttata fuori” a fare una supplenza in una scuola secondaria (per non rinnovo del contratto) … Poi, toccato il punto più basso, finalmente ce l’ha fatta ed ora vive felice in … Francia, dove, se non altro, non è schiava di nessuno. E i miei cari ex studenti che ogni tanto mi mandano una e-mail dal Regno Unito? Uhm, mi dico, il male è a monte, visto che, fuori Italia, quelli che ho conosciuto sembrano vivere meglio. Il male è l’Italia stessa dei cattedratici onnipotenti che chiusa (magari dignitosamente) la loro carriera con 250 lavori sul “Nuovo Cimento” e dopo aver rincorso tutta la vita l’obiettivo … trovano un Guglielmo Marconi che in “quattro e quattro nove” centra quell’obiettivo che il cattedratico aveva da tutta la vita sotto al naso senza riuscire a vederlo … e scusate (Italici Storici e Didattici)  la mia “Storia della Fisica” molto spicciola e senz’altro poco seria. Dimenticavo un fatto ovvio e noto anche ai bambini piccoli: l’Italia dimostrò una “italica  miopia” nei confronti di Guglielmo Marconi (era un “senza titolo”). Rimedia comunque oggi intitolandogli le nostre scuole … No, Magnifico, le sue intenzioni sono comprensibili, l’intento è nobile ma vanno licenziati per primi Ordinari ed Associati improduttivi. La ricetta? Almeno un lavoro pubblicato entro tre anni su di una Rivista Internazionale soggetta a Revisore (Referee). Triennale dovrebbe essere qualunque contratto nel comparto del Sapere in modo da rendere sempre efficiente il Sistema. E poi, il Sapere non dovrebbe avere gerarchie e soprattutto disparità economiche tanto disgustose..