Genova: provocazioni a Bagnasco in vista del gay pride

di Rita Occidente Lupo

Dio esiste, io l’ho incontrato. Andrè Frossard affronta il problema dell’esistenza di Dio, attraverso un cammino di conversione. Ed a Genova i bus, emulando la Gran Bretagna regnante, la progressista Spagna, la protestante America, provocano la culla del Cristianesimo. E la sede papale. Dio non c’è. Cattiva notizia. Quella buona, che non ne hai bisogno. Una scritta lapidaria, provocatoria al conservatorismo di Bagnasco, autore di tutelare, a denti stretti, i dogmi cattolici. Ed il buon costume. Quella moralità che rischia d’affogare tra lo sfrenato gay pride, osteggiante l’orgoglio omosessuale. Senza pudori di sorta. L’unione degli atei e degli agnostici razionali, costituitasi in Italia nel 1987, ha inteso così lanciare un forte segnale contro l’ecumenismo cattolico e le sfide che il Papato ancora vive nel mondo in subbuglio. Invitando ad una conversione non metodista, ma evangelica. Di qui l’affrancamento dei tempi. L’urgenza di comunicare a tutti, grazie a google, motore di ricerca ormai universale, encicliche, insegnamenti cristiani e cattolici. Papa Ratzinger sarà presente in rete, con un sito specifico, d’intesa con la sala Vaticana, per poter far giungere il suo messaggio in tempi rapidi ed a tutto il mondo sempre. Una guerra all’ateismo? Solo un semplice modo per continuare ad evangelizzare nel rispetto delle dottrine e delle religioni. E se Lucrezio, da sano epicureo, era convinto assertore che “la paura avesse creato gli dei”  e per Marx, la religione costituisce l’oppio dei popoli, per Ratzinger la fede è un deciso credere, senza barriere. Affidandosi a Dio, datore di ogni bene. Checchè ne dicano i circa 9 milioni di atei presenti nel nostro Paese. E ne pensino le associazioni arcigay, troppo impegnate a voler portare avanti la loro verità, calpestando quella oggettiva. Genova sarà lo scenario, a giugno, di un gay pride carnevalesco, che impazzerà sulle strade della vergogna o del rispetto della diversità? Questa è la risposta che gli “autori” delle bravate sui bus dovranno dare a Bagnasco che, dal canto suo, non desisterà dal continuare a discettare in materia di fede.