Vallo di Diano:Graziano,la vergogna della Comunità Montana

 

Pietro Cusati

L’elezione di Raffaele Accetta alla presidenza della comunità montana Vallo di Diano è stata l’epilogo di una resa dei conti, tutta interna al centro sinistra, che avrà certamente delle ripercussioni sullo scenario politico locale. Una lotta interna durissima che si perpetra soprattutto all’interno del partito democratico tra ex diessini ed ex margheritini. Da osservatore attento, sulla vicenda interviene Giovanni Graziano, esponente di spicco del popolo della libertà comprensoriale.“Quello visto in seno all’assemblea della comunità montana – tuona Graziano – è l’ennesimo atto di un deprecabile spettacolo che da anni il centro sinistra locale ci propina con continuità, il cui copione si sintetizza nell’esclusiva lotta per il potere senza guardare minimamente agli interessi del territorio”.Il coordinatore di Alleanza Nazionale del Vallo di Diano pone l’accento sul fatto che la vicenda politica ed amministrava della comunità montana negli ultimi anni è oltremodo tribolata di lotte intestine nonostante la totalità dei componenti l’assemblea dell’ente montano sia organica al centro sinistra e, di fatto, privo di opposizione.“Da anni – spiega il coordinatore del partito di Fini – la comunità montana versa in perenne crisi politica ed istituzionale. Consiglieri che, decaduti nei rispettivi comuni, non avevano più titolo a sedere in consiglio ma mai surrogati, giunte non nominate per mesi e continuo ricambio di assessori, bilanci approvati per il rotto della cuffia, ora addirittura metà assemblea abbandona l’aula mentre l’altra metà elegge il presidente e nomina la giunta. Tutti fatti incontestabili che hanno paralizzato l’ente privandolo della necessaria funzionalità, ed hanno penalizzato un territorio ed una comunità costretti a subire l’arroganza e l’incapacità di una classe politica decisamente irresponsabile”.In effetti, la crisi politica che investe la comunità montana si innesta in un quadro politico generale dove i contrasti interni al centro sinistra condizionano la vita di molti comuni nonché di tutti gli enti intercomunali ed a spiegarlo è lo stesso Graziano. “La crisi della comunità montana – osserva il dirigente del popolo della libertà – non è un fatto circoscritto all’ente ma è la tragica conseguenza della gravissima crisi politica che attraversa il centro sinistra. Non possiamo dimenticare quanto successo per l’elezione del vice presidente del parco nazionale, tutto ciò che succede al consorzio di bacino privo di una guida da diversi anni, così come il commissariamento evitato all’ultimo istante dall’unione dei comuni o gli artifizi contabili adottati da molte amministrazioni comunali pur di approvare i rispettivi bilanci. Insomma – sentenzia Graziano – un quadro desolante a testimonianza di un fallimento politico ed amministrativo cui si aggiungono sempre più nuovi elementi”.Per uscire da questa empasse, Giovanni Graziano ritiene che l’unica soluzione sia il ricambio della classe politica dell’intero Vallo di Diano.“Il riscatto del nostro territorio – spiega Graziano – non può prescindere dal ricambio della classe dirigente che deve coniugarsi con un salto generazionale. Dobbiamo mandare a casa una classe di politici che ha fatto il suo tempo, e pure male, e che non riesce ad essere guida per lo sviluppo e l’emancipazione del nostro territorio. E’ indispensabile, a prescindere dalle appartenenze, che una nuova generazione si assuma la responsabilità di farsi carico delle sorti del Vallo di Diano investendo energie fresche al servizio di una visione della politica certamente adeguata ai tempi e che sappia guardare lontano. I tempi – conclude lapidario Giovanni Graziano – sono maturi affinché ciò avvenga ed i cittadini sapranno cogliere l’occasione tra qualche mese quando saranno chiamati ad esprimersi nelle urne”.