Sala Consilina:processo sull’autostrada del Parco cilentano

Roberto De Luca

Il giorno mercoledì 14 gennaio 2009, presso il Tribunale di Sala Consilina, alle ore 9:30, finalmente, dopo tanti rinvii dovuti a difetti di notifica e ad impedimenti vari, si terrà  la prima udienza del processo penale sulla questione della strada-autostrada in zona 1 del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Si ricorda brevemente la questione. Nel 2006, in pieno ferragosto, un escavatore cingolato di grosse dimensioni ha interamente sventrato una montagna in zona 1 e zona SIC del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in territorio di Monte San Giacomo, a 1100 metri sul livello del mare, in modo praticamente indisturbato. L’amministrazione comunale, nelle persone del Sindaco, dott. Nicodemo Franz, e del Vice-sindaco, arch. Accetta Raffaele, ai nostri gridi di allarme rispondeva a mezzo stampa che era tutto a posto. Tanto è vero che tutto è a posto – gli amministratori dicevano – che i lavori proseguono. Essi definivano, poi, millantatori coloro i quali protestavano. Questa strada doveva servire a rendere più agevole l’accesso ad un rudere, da tramutare in stupenda villa per attività  turistica-ricettiva, simile ad un’altra, costruita nella stessa località  e tuttora sotto sequestro per iniziativa dell’Autorità  Giudiziaria. Intanto, però, a seguito di una nostra circostanziata denuncia, i lavori si sono fermati e la strada è stata posta sotto sequestro. E dire che chi diceva che era tutto a posto adesso è candidato alla Presidenza della Comunità  Montana del Vallo di Diano. Un obbrobrio giuridico-amministrativo, quello messo in atto dell’amministrazione di Monte San Giacomo, che ha rilasciato un permesso a costruire ad un privato su suolo demaniale, come se si stesse trattando di suolo privato. Tutto era a posto? Tanto è vero che vengono rinviati a giudizio il committente, il direttore dei lavori e il titolare della ditta esecutrice. Adesso, finalmente, si celebrerà  il processo, che ha visto la richiesta, da parte del Comitato 18 Agosto 2006 di Monte San Giacomo e del Codacons, di costituirsi parte civile. In questa vicenda appare chiaro che ormai nemmeno le zone protette sono più escluse dalla brama di cemento e d’asfalto. Intanto le nostre amministrazioni locali hanno abbassato talmente la guardia che, quando un gruppo di cittadini e un’associazione ambientalista lanciano gridi di allarme, come in questo caso, si preferisce definire millantatori chi vuole difendere il territorio da attacchi indiscriminati portati avanti addirittura con i cingolati. Nel caso di Monte San Giacomo, da quello che ci consta, sembrerebbe che lo scempio sia  stato perpetrato sotto gli occhi distratti delle amministrazioni locali e dell’organo deputato al controllo e alla vigilanza del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

 

Il Comitato 18 Agosto 2006 di Monte San Giacomo e la sede CODACONS di Sala Consilina