Si spegne Antonio Sabetta, presidente de La Tavolozza

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S’è spenta nella tarda mattinata la vita di Antonio Sabetta , presidente del circolo socio-culturale La Tavolozza.  Un artista dal tratto energico, ma di raffinata sensibilità artistica. Il suo mondo, la pittura. La sua vita, far crescere i talenti che spesso tanti non conoscono. Di qui l’input al La Tavolozza, un tempo in Via Duomo, poi in altre zone centrali della città. Recentemente i suoi 40 anni d’arte, festeggiati tra parenti ed amici in Via S.Giovanni Bosco, a Salerno, attuale sede dell’associazione. In tanti attoniti si sono stretti intorno ai familiari, in special modo alla figlia Rosita, l’anima dell’Associazione. Al suo fianco, gli allievi che Antonio amava forgiare, tramandando loro un’eredità essenzialmente emotiva. Eh sì perchè, ogni artista che si rispetti, deve tenere ben saldo il canovaccio della propria sensibilità per poter ritrarre anche il particolare. Sapendo che la sua tavolozza è scevra da ogni compromesso economico. L’arte non è un affaire, per il portafogli più profumato. Ma un sogno, direbbe qualcuno. Una realtà, aggiungerebbe qualche altro. La vita, esclamerebbe Antonio, che nei suoi circa 62 anni, giammai bruciati alla musa del momento, amò spesso andar a testa bassa tra gli uomini, con un tratto di profonda umiltà che anche le sue svariate tele rivelano. In un’essenzialità che rende fruibile la sua pittura, dalla semplicità di un tramonto, alla contemplazione dell’umanità. Così amava soffermarsi e guardare, spesso rimanendo in silenzio, ad ascoltare i palpiti del proprio cuore, vicende e misteri, gioie e dolori, che lastricano il quotidiano di tante vite. Il suo equilibrio, nello stare al mondo senza volerlo giocoforza cambiare, la sua vena poetica, talvolta accesa dalla capacità di correlarsi anche ai più piccoli.  E domani, presso la Parrocchia del Sacro Cuore in Piazza Ferrovia, in tanti a volergli porgere l’ultimo saluto, come si fa per un amico caro, che ha vissuto cercando di mettere a disposizione degli altri qual tanto o quel piccolo che possedeva. Grazie Antonio per la tua pittura senza tramonto!