Mercato SanSeverino: i frati in aiuto degli ultimi

Annamaria Noia

Sabato 20 dicembre si terrà, come di consueto da qualche tempo a questa parte, la raccolta di generi alimentari per le esigenze e i bisogni della Caritas parrocchiale sita in Mercato S. Severino presso l’antica e fatiscente struttura del convento dei frati francescani; esso convento è tuttora ben diretto, con entusiasmo e tante iniziative propositive, dal parroco padre Giuseppe Castronuovo e dall’immarcescibile, simpatico guardiano padre Tommaso Losenno. Il tutto, davanti a molti supermercati e/o negozi di alimentari al capoluogo e anche nella frazione S. Vincenzo, ove insistono il Conad e il Dimeglio. Dalla mattina i validi operatori dell’associazione laicoreligiosa si alterneranno, con tutto il loro giovanile entusiasmo, per ricevere dalle mani delle persone più sensibili – cioè nel corso degli anni in cui è presente sul territorio tale iniziativa praticamente tutti gli avventori – pacchi di pasta, farina, caffè, riso, latte, prodotti per l’infanzia (omogeneizzati o pannolini) e generi alimentari a lunga conservazione. A differenza dell’altra raccolta di prodotti simili, avvenuta il 29 novembre presso solamente il Conad e il Dimeglio nella frazione S. Vincenzo, anche con l’ausilio del sodalizio “Misericordia”, il 20 dicembre saranno raccolti beni di prima necessità soltanto per i bisogni della Caritas sanseverinese, non per il Banco Alimentare (in Campania a Caserta), come – a livello nazionale – è accaduto per il 29 novembre scorso. Grazie al buon cuore della gente, la mattina e il pomeriggio del giorno previsto per condividere i bisogni dei bisognosi e dei meno abbienti in tutti gli scorsi anni, è diventato sempre più piacevole, appagante, gratificante anche se da qualche tempo a questa parte c’è la crisi, una recessione che pare infinita e che non lascia il campo, non lascia scampo, respiro ai bisognosi e alle famiglie povere, che aumentano sempre più e fanno sempre più fatica ad arrivare non solo alla fine del mese, bensì alla fine della seconda settimana. È veramente un discorso che dovrebbe far riflettere tutti noi più fortunati. Tanta gente si reca molti sabati al mese (da due a quattro) per ricevere alla Caritas non solo il pur utilissimo e materiale pacco con generi alimentari, bensì per ricevere un sorriso, una parola di conforto, per condividere speranze, aspettative e delusioni, in un ideale e rudimentale centro di ascolto, nel quale confidare i bisogni, i crucci e le problematiche relative e connesse con lo stato di umiltà in cui tanti vivono. Alla porta del sodalizio bussano circa 80 famiglie, della parrocchia di S. Antonio e non, anche se ultimamente si è dovuto, per cause di forza maggiore, cioè il gran numero di persone afferenti all’associazione e il problema della vendita da parte di alcuni assistiti di prodotti Agea invendibili, ricorrere a tagli (forse indiscriminati) e a “eliminazioni” di qualcuno, che pure ha ragione, che pure protesta – giustamente. Eppure i “ragazzi” (giovani e meno giovani) che fanno parte della benemerita associazione, si fanno in quattro per tutti, ma vi era bisogno di effettuare una cernita, non per far del male a qualcuno, in quanto le persone che vengono a prendere la busta (e, come detto sopra, non solo quella…) devono effettivamente averne bisogno, non rivendere ad altri quanto distribuito. A proposito della distribuzione, occorre dire che i volontari non si incontrano soltanto il sabato per le buste, ma anche moltissime volte nel corso della settimana, per preparare tutto e anche per gli appuntamenti di formazione e di perfezionamento, con le lectiones di padre Giuseppe (cristologia e lectio divina) e di padre Gianluca. Ritornando alle raccolte, tra cui la prossima del 20, già a novembre la gente ha dato moltissimo, in pochi hanno ignorato il sorriso e il garbo dei giovani presenti davanti ai supermercati succitati, ma occorre anche dire che, con l’aria che tira a livello dell’economia mondiale e italiana in particolare, anche gente che prima donava due o più prodotti, ora invece ha donato “solamente” un pacco di pasta o “poco” altro. Tuttavia nessuno era obbligato a donare e comunque hanno dato in tantissimi. Che dire di più? Appuntamento con gli entusiasti e sempre disponibili (sebbene a volte con gli assistiti si cerchi anche di usare il cosiddetto “pugno di ferro”) volontari della benemerita associazione caritatevole che esiste a S. Severino, appuntamento fissato al giorno 20, sabato, per dare un po’ d’affetto a qualcuno bisognoso stavolta non per donare quanto raccolto per il Banco Alimentare (che i ragazzi raggiungono ogni mese tra l’altro con mezzi di fortuna) ma per dare qualcosa in più nella busta dei frequentatori della sola Caritas.