Salernitana, ancora una sconfitta in trasferta. Il Cittadella mette a nudo i limiti dei granata

Roberto Trucillo

La Salernitana, soprattutto quando gioca in trasferta, non produce bel gioco. La squadra granata bada soprattutto a difendersi curando più la fase di non possesso rispetto a quella propositiva. Colantuono la schiera in campo con 5 difensori, due dei quali giocano da esterni di centrocampo.

La linea mediana, inoltre, in genere è composta da tre incontristi, votati più all’interdizione che all’impostazione.

Il pallino del gioco viene per larghi tratti lasciato in mano agli avversari. I dati relativi alle percentuali del possesso palla lo dimostrano chiaramente. Le palle giocabili per gli attaccanti granata, di conseguenza, scarseggiano.

Se tale tipo di atteggiamento tattico portasse a buoni risultati, allora si potrebbe chiudere un occhio sul “non gioco” della squadra, consolandosi con i punti in classifica.

Ma, come sta accadendo dall’inizio del campionato, l’atteggiamento rinunciatario e difensivistico, per nulla spettacolare, non sta portando alcun beneficio alla classifica nelle gare esterne, ma solo sconfitte; per tale motivo sarebbe opportuno cambiare spartito tattico.

La gara di Cittadella ha messo in evidenza alcuni limiti della Salernitana di Colantuono. Errori dei singoli, difficoltà a fronteggiare gli attacchi degli avversari sulle fasce e in velocità, mancanza di idee e prevedibilità in fase offensiva.

Verrebbe da chiedersi se non sia il caso di rispolverare il vecchio motto: “la miglior difesa è l’attacco”. E’ ipotizzabile che aumentando il possesso palla con un gioco più propositivo e con maggior palleggio e diminuendo, di conseguenza, l’iniziativa offensiva delle squadre avversarie la Salernitana potrebbe  subire meno gol.

Alcuni calciatori in organico con maggiori qualità tecniche e capaci di giocate offensive più efficaci, vedi Rosina, Jallow, Di Gennaro, Orlando, A. Anderson, D. Anderson, potrebbero trovare più spazio se la squadra scendesse in campo con una mentalità più offensiva e meno “frenata” dalla teoria del “prima non prenderle”.

La Salernitana scesa in campo a Cittadella è riuscita a fronteggiare efficacemente gli avversari per circa 20 minuti, durante i quali ha anche creato un paio di buone occasioni da rete. Poi, gradualmente, ha tirato i remi in barca, arretrando eccessivamente il baricentro e consegnando le redini del match ai calciatori veneti. Tanti lanci lunghi, troppi. Poche idee a centrocampo. Scarso collegamento tra i reparti. Punte piuttosto isolate.

Il Cittadella, invece, ha proposto gioco offensivo di buona qualità, sfruttando molto le fasce e fraseggiando in velocità, dimostrando buone doti tecniche dalla cintola in su oltre che una difesa solida. La vittoria è da considerare meritata.

Per le prestazioni dei singoli da stigmatizzare la pessima prova di Vitale, autore di due errori gravi in occasione di due reti del Cittadella. Anche Micai è responsabile di una rete dei veneti a causa di una corta respinta di un pallone che poteva tranquillamente essere bloccato.

A centrocampo tanta corsa e quantità dei tre mediani, ma poco costrutto in fase offensiva. Mai una giocata fantasiosa, pochissimi inserimenti offensivi (qualcuno l’ha fatto il solo Castiglia). Troppo poco per creare occasioni da rete e tentare di vincere il match.

In attacco ha fatto vedere qualcosa di buono il solo Bocalon. Vuletich e Djuric, invece, non hanno inciso. Rosina è stata la nota più positiva del match, non solo per la rete messa a segno ma anche per la qualità tecnica dimostrata.

Nel prossimo turno di campionato la Salernitana affronterà all’Arechi il Brescia. Il rendimento interno dei granata fa ben sperare. Una vittoria con le rondinelle sarebbe quanto mai salutare per dare nuovo slancio alla truppa granata.