Politico: leader o statista

Politico: leader o statista
Giulio Caso
La campagna elettorale sta terminando fra un parapiglia di parole pronunciate dagli uni contro gli altri.
Sembra l’arena in cui venivano posti i gladiatori con la regola: uno contro tutti.
Seduti sulle sedie dei bar, con amici,  sulle poltrone di casa, avanti al televisore acceso, con gli esagitati tg che annunciano tuoni e strali, presunti e reali, i cittadini vengono suggestionati a partecipare, ad essere tifosi di una parte, o meglio fans di qualcuno.
Si!, perché, mai come oggi, la politica si è personalizzata più nel rappresentante del partito che nelle cose da farsi.
Gli incontri televisivi, confusi e con continue interruzioni, non danno serenità.
I gravi venti di guerra causano una diffusa depressione economica. Ci si affida al cibo.
Si mangia di tutto e di più, in un clima esterno che sfugge ai costosissimi programmi previsionali e non si riescono a prevedere eventi climatici anche gravi.
Servirebbero leader come punti di riferimento, statisti che governino le cose e lo Stato. Forse ci sono, speriamo che ci siano o che si formino in itinere.
Nel frattempo s’intravede solo  polvere e “sangue” nell’arena dell’agone elettorale.