Polla: Codacons a difesa dei Beni culturali

Non moltissimi sanno che la località “Tempio” di Polla è sede di un’importante emergenza archeologica: il Mausoleo di Caio Uziano Rufo. Il monumento sepolcrale è stato edificato, come recita l’epigrafe commemorativa conservata in loco, nel I. secolo d.C. da Insteia Polla, vedova di Caio Uziano e sacerdotessa augustea. Proprio dalla figura di Insteia Polla e dalla vicenda attestata dall’edificazione di questo mausoleo, prende denominazione l’attuale insediamento abitativo della cittadina di Polla. La sopravvivenza del monumento nei secoli ha creato le condizioni perché una parte importante di questa località fosse sottoposta a vincolo archeologico, insieme al monumento stesso. Pur tuttavia, nonostante questa importante evidenza, la stessa località è stata esposta, in passato, a un certo disordine urbanistico che ha in parte compromesso il decoro del comparto al contorno, con un conseguente svilimento di una parte significativa del contesto ambientale in cui il monumento è collocato. I terreni della località ancora non edificati, pur non essendo sottoposti a vincolo diretto, hanno una destinazione urbanistica agricola e presentano colture in atto, alcune delle quali di pregio in quanto biologiche. Tale destinazione avrebbe dovuto suggerire un unico tipo di attività compatibile con la conservazione del paesaggio storico, ossia, quella agricola, appunto. E invece, ci giunge una triste notizia da alcuni cittadini della ridente località: forse anche a causa di una carenza, ormai endemica, di controllo degli organi preposti alla tutela del patrimonio pubblico, un’altra parte di quel contesto agricolo, che racchiude in una cornice naturale il Mausoleo di Caio Uziano Rufo, è stato oggetto di un intervento alquanto invasivo da parte dell’uomo. Pertanto, questo fatto è stato denunciato alla locale Stazione del Corpo Forestale dello Stato, che ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro.  I cittadini, inoltre, con spiccato senso civivo, hanno sollecitato – con un successivo esposto – l’attenzione della Procura sui fatti esposti nella denuncia, esprimendo profondo disappunto per quanto accaduto. Ecco come si comporta un cittadino, nella speranza che le istituzioni possano celermente adempiere al loro dovere. A noi non resta che esprimere solidarietà e vicinanza a quei cittadini di Polla che, con coraggio – vista anche l’aria stagnante che attualmente si respira nella nostra vallata – hanno denunciato il fatto. Resteremo vigili sulla questione, perché riteniamo che mortificare la valenza storica di un luogo archeologico (anche semplicemente con l’abbandono) significhi avere a spregio la memoria collettiva. E però valga sempre, come monito, la frase dello scrittore Luis Sepulveda: «Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro».

Il Responsabile della Sede , prof. Roberto De Luca