Firenze: Popolo della Famiglia, lettera aperta ad Istituzioni su somministrazione triptorelina Ospedale Careggi

Firenze: Popolo della Famiglia, lettera aperta ad Istituzioni su somministrazione triptorelina Ospedale Careggi
Il Circolo fiorentino del Popolo della Famiglia ha inviato oggi un’articolata lettera aperta alle Istituzioni sulla questione della somministrazione ai fanciulli del farmaco triptorelina all’Ospedale Careggi di Firenze, nell’ambito della c.d. “transizione di genere”. Il PdF Firenze aveva già trattato la questione nel lontano 7 maggio 2019, rivolgendosi pubblicamente al Prof. Mario Maggi, Direttore del Servizio di Endocrinologia dell’Ospedale fiorentino di Careggi. C’è stata infatti al Careggi negli scorsi giorni di martedì 23 e mercoledì 24 gennaioun’ispezione del Ministero della Salute, in seguito a una richiesta parlamentare di approfondimento sulle procedure di transizione di genere, fatta dal senatore Maurizio Gasparri nel dicembre del 2023.
 
Il referente per Firenze del Popolo della Famiglia, Pier Luigi Tossani, si è dunque oggi rivolto alle Istituzioni nel modo seguente (il testo integrale della lettera aperta è in allegato), facendo riferimento ai contenuti della missiva pubblica inviata al prof. Maggi nel 2019:
 
Ebbene Signori, sembra che quasi cinque anni siano purtroppo passati invano, poiché nonostante il Governo in carica sia il quarto dal tempo in cui indirizzammo la nostra precedente lettera al Prof. Maggi, le Istituzioni da Voi rappresentate non sembrano ancora voler convenire sull’essenza della questione, come l’ha puntualmente descritta Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana:
“Condizionare i bambini a credere che una vita intera di impersonificazione chimica o chirurgica dell’altro sesso sia una cosa normale è violenza sui bambini”.

E’ per questo motivo che oggi, oltre che direttamente al Prof. Mario Maggi, ci rivolgiamo anche al Ministro della Salute Orazio Schillaci, al Capo della Segreteria tecnica del Ministero della Salute Mara Campitiello, alla Presidenza del Comitato Nazionale per la Bioetica e ai suoi Membri componenti, al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, all’Assessore alla Sanità della Regione Toscana Simone Bezzini, e infine al Senatore Maurizio Gasparri, dalla cui interrogazione parlamentare era partita l’iniziativa dell’ispezione. 

Facciamo rispettosamente osservare al Senatore Gasparri che se effettivamente il protocollo di transizione di genere nel quale è inclusa la somministrazione della triptorelina è una  “violenza sui bambini”, allora il nocciolo politico della questione non è che quel farmaco potrebbe venir legittimamente somministrato a bambini di 11 anni di età a condizione che gli sfortunati fanciulli potessero fruire di assistenza psicoterapeutica e psichiatrica, o che lo stesso farmaco non debba più essere messo a carico del servizio sanitario nazionale quando viene somministrato per il disturbo di genere, come pare doversi intendere dalla Sua interpellanza parlamentare, ma è che quel farmaco non venga somministrato affatto, poiché in prima istanza è l’intenzione della transizione di genere sottesa all’operazione ad essere malvagia. In altre parole, la violenza appare ontologicamente  insita nel concetto stesso di transizione di genere, poiché, come giustamente afferma Scandroglio, in via generale è evidentemente la psiche che si deve conformare al corpo sessuato, e non il contrario.

Gentile Senatore, non è dunque questione di rispettare o meno la normativa, come affermano in Regione Toscana, ma è la normativa stessa che è deviata e fuorviante, in quanto è messa a servizio di una politica iniqua.

Osserviamo infine che per far cessare  questo doloroso ed eclatante scandalo, a rigore non è nemmeno necessario attendere il parere del Comitato Nazionale per la Bioetica, come Ella suggerisce, ma basterebbe assumersi subito le proprie responsabilità politiche, considerato che la questione è già chiarissima nei suoi termini. Sarebbe dunque sufficiente che senza ulteriori indugi Lei la portasse all’attenzione del Premier Giorgia Meloni, che rappresenta il Governo del quale Lei stesso fa parte, chiedendo la dismissione immediata su tutto il territorio nazionale delle suddette procedure di transizione di genere, che tanto dolore hanno già inutilmente provocato. Tanto Le chiediamo, estendendo la nostra urgente esortazione a tutti i destinatari della presente missiva.