Firenze: Popolo della Famiglia, lettera aperta a Sindaco Nardella su strappo manifesti Pro Vita & Famiglia su gender

Firenze: Popolo della Famiglia, lettera aperta a Sindaco Nardella su strappo manifesti Pro Vita & Famiglia su gender
Il Circolo fiorentino del Popolo della Famiglia rivolge in lettera aperta al Sindaco Dario Nardella la sua protesta per la rimozione dei manifesti di severa critica dell’ideologia gender fatti affiggere nella nostra città dall’Associazione Pro Vita & Famiglia, e prontamente rimossi su ordine dell’Assessore Benedetta Albanese, che legge la missiva per conoscenza, unitamente ai dirigenti di Pro Vita & Famiglia.
Il referente per Firenze del Popolo della Famiglia, Pier Luigi Tossani, scrive dunque al primo cittadino:
“(…) Signor Sindaco, sono sempre valide le considerazioni che porgemmo a Lei e alla Giunta Comunale nell’occasione della campagna di affissione di manifesti negli spazi regolamentati, avente a tema il “Consenso informato” nella scuola. Le scrivemmo infatti in lettera aperta il 2 marzo scorso, richiamando i concetti del nostro comunicato stampa del 18 febbraio precedenteper cui attraverso il gender.
“…La naturale differenza tra maschio e femmina viene presentata come uno stereotipo sociale da smontare, poiché secondo tale linea di pensiero, ogni studente, anche giovanissimo, deve essere abilitato a scegliere il proprio genere” di appartenenza, che cessa di essere un dato di fatto, come il sesso inequivocabile al momento della nascita, e può anche cambiare nel corso della vita (fluidità di genere).
La famiglia viene quindi esautorata della sua funzione di primaria agenzia educativa, ruolo che viene trasferito alla scuola, attraverso la riformulazione dei programmi scolastici e l’intervento in classe di “esperti” pro “gender”. Di fatto, con il pretesto della parità fra uomo e donna o del contrasto al bullismo, all’omofobia e alle discriminazioni, può venir carpita la buona fede dei genitori, ed essere fatta passare l’ideologia gender.
Si tratta di una politica che, di fatto, rade al suolo le basi antropologiche della nostra civiltà…”
 

e ovviamente distrugge la società medesima, ricordiamo ancora una volta in questa sede.

Sia Pro Vita & Famiglia che noi ci avvaliamo dunque del diritto inviolabile di libertà di espressione, garantito dalla Costituzione all’art. 21. Dai manifesti, sia quelli di Pro Vita & Famiglia che a suo tempo i nostri, tutti possono constatare che ci guardiamo bene dal ricorrere ad espressioni di incitamento all’odio e/o alla violenza o di discriminazione verso chicchessia, che sono a noi completamente estranee. Pertanto, in virtù del prima citato art. 21 della nostra Costituzione, che evidentemente prevale  in ordine di diritto sulle deliberazioni della Consulta fiorentina per il Contrasto ad ogni forma di discriminazione e per i diritti delle persone LGBTQI+ – che comunque necasi in esame nemmeno sussistono e che quindi sono state accolte strumentalmente dalla Sua Amministrazione – riaffermiamo serenamente il diritto di ciascuno ad avere voce, e per Pro Vita & Famiglia di riprendere l’iniziativa di affissione in questione, ricevendo dalla Sua Amministrazione un indennizzo finanziario corrispondente ai danni ingiustamente da Voi provocati, in quanto i manifesti rimossi erano stati ovviamente già pagati, come pure ne erano stati pagati i regolari diritti di affissione.
Signor Sindaco, visto che il vaso di Pandora è ormai aperto, concludiamo osservando che la Sua parte politica sta cercando di imporre il proprio pensiero unico, tentando di apporre una copertura legislativa alla sua azione. Dove vi è stato possibile, avete varato “regolamenti” e giocato di sponda con strutture come la Consulta fiorentina LGBTQI+ di cui sopra, che dettano norme che confliggono frontalmente con la nostra Carta CostituzionaleMentre infatti  l’articolo 21 sancisce che “tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero”, voi siete riusciti a far varare norme che vorrebbero far saltare questo vitale paletto. Un caso esemplare è il “decreto infrastrutture” del 2021, nel quale all’articolo 23 sono stati aggiunti commi che prevedono il divieto di pubblicità che “proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere, alle abilità fisiche e psichiche“. In pratica, un simil-DDL Zan che si fa vergognosamente scudo perfino degli handicappati per raggiungere i propri scopi ideologici. Si tratta di veri e propri regolamenti capestro che dettano disposizioni generiche al punto che ciascuna Amministrazione le interpreta come vuole, cercando di mettere un bavaglio alle posizioni non gradite, come di fatto è già accaduto a Roma, anche per i nostri manifesti, e a Milano.
Ma Pro Vita & Famiglia non starà mai a questo gioco, e nemmeno noi”.