KUALIKA (invitare)

KUALIKA (invitare)

Padre Oliviero Ferro

“Nakualika kwa sikukuu ya jamaa. Itakuwa siku ya ubatizo ya watoto wetu (tin invito per la grande festa della famiglia. Sarà il giorno del battesimo dei miei figli)”. Ringrazio per l’invito, poi però c’è l’imbarazzo di scegliere, perché quello non è l’unico invito. Ne arriveranno altri, visto che la notte di Pasqua, di solito, ci osno un centinaio di battesimi e allora si passerà da una casa all’altra. Così è successo. Si bussa alla porta. Qualcuno viene ad aprirti e ti dice “karibu, starehe (entra, mettiti comodo)”. Intanto la musica, a tutto volume, dà l’idea della festa. Ti accompagnano al tavolo principale, passano una bacinella di acqua per lavarti le mani con il sapone e un asciugamano per asciugarti. Poi ti presentano i piatti di portata: verdure, riso o manioca, verdure cotte, pollo arrostito, e anche il dolce. Oltre naturalmente alle bevande: birra di banane, birra in bottigliette, vino (poca acqua!) e altro. Si chiacchiera, si scambiano le notizie. Poi io (avevo preso solo qualcosa), mi scuso, perché devo andare a visitare altre persone. L’importante era stato il farsi presente e rendere felici e onorate le persone per la visita del missionario e così trascorre la giornata. Purtroppo quella notte, qualcosa deve avermi fatto male. Probabilmente la verdura che era rimasta al sole. Forti dolori allo stomaco. Telefono all’infermiere che arriva il più presto possibile. Capisce il problema e mi da delle pastiglie di carbone vegetale (forse qualche ospite indesiderato si era nascosto sotto le foglie di insalata). E così, dopo due giorni, mi rimetto in salute. E così la vita riprende il suo corso. La prossima volta cercherò di fare più attenzione.