Verbi swahili: kutumika (lavorare)

Verbi swahili: kutumika (lavorare)

Padre Oliviero Ferro

Colui che lavora viene chiamato mtumishi (lavoratore). Lo sappiamo tutti che lavorare costa fatica e forse è più semplice vedere gli altri che lavorano e riposarsi, magari rispondendo al cellulare o mandando messaggi. Ma se non si lavora, cioè se non ci si impegna a costruire un mondo migliore di quello che abbiamo trovato, si rischia che tutto finisca male e allora rimangono solo i rimpianti. Certo ognuno deve fare la sua parte: adulti, giovani e bambini. Quando ognuno fa quello che sa fare, allora si può cominciare ad essere contenti, perché si è fatta la propria parte in  questo mondo. Gli uomini, di solito, in Africa, fanno i lavori più impegnativi (preparare il campo, togliendo le radici, le pietre per fare im modo che le donne possano piantare la manioca, il mais e altre verdure; fanno anche i lavori artigianali: meccanici, guidatori di moto e taxi, muratori, carpentieri, ecc. e anche lavori di ufficio, negli ospedali, ecc.). Alla donna vengono lasciati i lavori dei campi, oltre alla cura della casa (pulizia, cucina, ecc.). Ai figli viene chiesto, oltre che andare a scuola, di partecipare ai lavori in casa e alla cura dei figli più piccoli. Questo di solito capita nei villaggi. Quando poi vengono in città, c’è il rischio che vivano sulle spalle dei parenti e fanno gli sfaccendati (gli uomini, soprattutto).

Il cosiddetto progresso rischia di mettere in crisi la società tradizionale e i rapporti tra le persone. C’è chi sta a guardare e chi continua a lavorare. Purtroppo sembra che sia una tendenza che prende piede. Nelle periferie delle città, dove ci sono delle case costruite in qualche modo (più baracche, capanne e scarsità di acqua, luce), i problemi aumentano. Quando si era al villaggio, bene o male, si riusciva a mangiare, avendo i campi vicino. Ma in città diventa difficile perché tutto si paga con i soldi e chi li ha, riesce a vivere più o meno decentemente. E chi non li ha o ne ha pochi, sprofonda nella povertà. E quindi vengono a bussare alla porta delle parrocchie per chiedere aiuto. In più ci sono anche i ladri che cercano di sopravvivere, spogliando le case di quel poco che rimane. Così capita e naturalmente le autorità civili, spesso e volentieri, girano la testa dall’altra parte. Non sono problemi loro. Della gente si accorgono, quan do ci sono le elezioni. Poi…ognuno si deve arrangiare.