San Giorgio a Cremano: “Posto Occupato”, in sala consiliare  cartello per donne vittime di violenza  

San Giorgio a Cremano: “Posto Occupato”, in sala consiliare  cartello per donne vittime di violenza  

Celebrata ufficialmente in sala consiliare,  l’adesione alla campagna nazionale “Posto Occupato”, per tenere alta l’attenzione della Città di San Giorgio a Cremano sulla barbarie della violenza contro le donne.

L’apposizione del cartello “posto occupato” su uno scranno del Consiglio comunale, si è svolta alla presenza del Sindaco Giorgio Zinno, dell’On. Loredana Raia, vicepresidente del Consiglio Regionale; di Ilaria Perretti, presidente della Consulta regionale per la violenza contro le donne e di Maria Andaloro, ideatrice della campagna nazionale.

La cerimonia è stata anche l’occasione per fare un punto sull’attualità e su quanto si è fatto e si deve ancora fare, mettendo in evidenza come sia fondamentale il ruolo delle amministrazioni, ma anche la necessità di interventi sovracomunali che rendano strutturali attività e norme a favore delle donne, non solo per la loro tutela.

Il comune di San Giorgio a Cremano è stato riconosciuto dalla Regione ma anche a livello nazionale, come virtuoso per le best practice messe in campo e per la costante attenzione al tema. Ha un Centro Antiviolenza con Casa per donne maltrattate che rappresenta un’eccellenza tale, da aver meritato il plauso della Comunità Europea, in visita città;

Sul tema delle donne poi, vengono attuati percorsi con le scuole che comprendono anche l’educazione all’affettività. Infine l’amministrazione è in costante contatto con la Consulta cittadina per le Pari Opportunità, strumento fondamentale per comprendere le esigenze del territorio, in tema di tutela delle donne.

    “L’evento di oggi è stato quindi un’ulteriore, importante testimonianza di quanto stiamo facendo – ha detto Zinno – nella consapevolezza che in ogni luogo: nell’aula consiliare che rappresenta la cittadinanza, nelle scuole, nei luoghi pubblici e dovunque possiamo, dobbiamo combattere queste atrocità.  E dobbiamo partire dall’educazione, per generare una nuova consapevolezza e una nuova ricchezza culturale che metta al centro i diritti”.