La Voce e la Vita della Chiesa: ”Solennità di tutti i Santi e Commemorazione defunti“

La Voce e la Vita della Chiesa: ”Solennità di tutti i Santi e Commemorazione defunti“

Diac. Francesco Giglio

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli
” (Mt 5,1-12a)

I Santi e le Sante, autentici amici di Dio, ai quali la Chiesa oggi ci invita a volgere lo sguardo, sono uomini e donne che si sono lasciati affascinare da questa proposta, che hanno accettato di percorrere la via delle Beatitudini. Non perché più bravi o brave di noi: semplicemente perché “sapevano” che siamo tutti figli di Dio e ne hanno fatto esperienza. Si sono sentiti “peccatori perdonati”: questi sono i Santi. Hanno imparato a conoscersi, a orientare le loro forze verso Dio, verso sé stessi e verso gli altri, sapendo confidare, nelle loro fragilità, nella divina Misericordia. Oggi ci spronano a puntare in alto, a guardare lontano, alla meta e al premio che ci attende; ci spronano a non rassegnarci di fronte alle fatiche del quotidiano perché la vita non solo ha una fine, ma soprattutto ha un fine, la comunione eterna con Dio. Con questa festa la Chiesa ci indica e ci affianca i Santi, amici di Dio e modelli di vita beata, i quali intercedono per noi, incoraggiandoci a vivere con maggiore intensità quest’ultimo miglio dell’anno liturgico, segno-simbolo del cammino della vita.

“ La festa di tutti i Santi tiene conto di quanti, uomini e donne, sono giunti alla santità perché sono stati docili agli stimoli del Signore. È nei Santi, che lo Spirito di Dio, è riuscito a realizzare il Progetto che il Padre aveva concepito per ciascuno di loro.” Ogni anno in questa data la Chiesa Cattolica ricorda tutti i Santi della tradizione religiosa cristiana, e cioè tutte quelle persone che, durante la propria esistenza hanno donato sé stessi per gli altri o la vita per Cristo. Questa ricorrenza così importante per i credenti viene quasi offuscata da storie e culture provenienti da lontano. La solennità di tutti i Santi, anche detta “Ognissanti”, è davvero bella, perché sprona tutto il popolo di Dio a fare meglio, a fare qualcosa in più per il prossimo. Si deve a  Papa Gregorio IV , nel 835 la scelta del 1º novembre come data per ricordare i santi apostoli e tutti i santi, martiri e confessori. Nel 1475 poi, la festa  divenne obbligatoria per tutta la cristianità per volere di Sisto IV. Questa festa cristiana celebra insieme la gloria e l’onore di tutti i santi, ivi compresi anche quelli non canonizzati. La solennità del calendario liturgico romano (in latino: Sollemnitas Omnium Sanctorum) cade il 1º novembre (seguita il 2 novembre dalla Commemorazione dei defunti), ed è una festa di precetto. Prima delle riforme di Pio XII del 1955 aveva anche una vigilia e un’ottava. La ricorrenza della Chiesa occidentale potrebbe derivare dalla festa romana della Dedicatio Sanctae Mariae ad Martyres, ovvero l’anniversario della trasformazione del Pantheon in chiesa dedicata alla Vergine e a tutti i martiri, avvenuta il 13 maggio 609 o 610 da parte di papa Bonifacio IV (la data del 13 maggio coincide con quella citata da Sant’Efrem). In seguito papa Gregorio III (731-741) scelse il 1º novembre come data dell’anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro alle reliquie dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in ogni parte della terra.

“  Il 2 novembre per tutti è il “Giorno dei Morti”. La commemorazione dei defunti ci invita a riflettere e pregare  per tutte le persone che sono partite da questa vita nella speranza che abbiano riposto la loro fiducia nel perdono del Padre e nella misericordia di Gesù.” La ricorrenza dedicata alla commemorazione di tutti i defunti è celebrata ogni anno il giorno successivo alla solennità di Tutti i Santi e in molte province d’Italia rappresenta una data molto importante. Secondo il calendario liturgico romano è anch’essa una solennità, ma non annoverata tra le feste di precetto. Nella forma straordinaria del rito romano, invece, quando il 2 novembre cade di domenica la commemorazione dei defunti viene spostata al giorno successivo, lunedì 3 novembre. Si ricorda che alla commemorazione dei defunti è connessa la possibilità di acquistare un’indulgenza, parziale o plenaria, secondo le indicazioni della Chiesa cattolica. In Italia, benché molti lo considerino come un giorno festivo, la commemorazione dei defunti non è mai stata ufficialmente istituita come festività civile. Il colore liturgico di questa commemorazione è il viola, il colore della penitenza, dell’attesa e del dolore, utilizzato anche nei funerali. Nella chiesa latina il rito viene fatto risalire all’abate benedettino Sant’Odilone di Cluny nel 998: con la riforma cluniacense stabilì infatti che le campane dell’abbazia fossero fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del 1º novembre per celebrare i defunti, ed il giorno dopo l’eucaristia sarebbe stata offerta “pro requie omnium defunctorum”; successivamente il rito venne esteso a tutta la Chiesa cattolica. È consuetudine, nel giorno dedicato al ricordo dei defunti, visitare i cimiteri locali e portare in dono fiori e lumini sulle tombe dei propri cari. In molte località italiane è diffusa l’usanza di preparare alcuni dolciumi, chiamati infatti “dolci dei morti”, per celebrare la giornata. In particolare, in Sicilia, durante la notte di Ognissanti, la credenza vuole che i defunti della famiglia lascino dei regali per i bambini insieme alla frutta di Martorana e altri dolci caratteristici. In questi due giorni rendiamo grazie, al “Datore di ogni dono”, di averci concesso la gioia di essere amici dei suoi Santi e di pregare in modo particolare, per i tanti, fratelli e sorelle, che ci hanno preceduti nel segno della Fede. Ricordiamoci anche, di quanti, hanno perso la vita a causa della pandemia e delle tante guerre in atto. Possa il “Signore della vita” concedere loro il premio eterno e la sua paterna vicinanza a quanti piangono per la perdita di un loro congiunto.