La Voce e la Vita della Chiesa: In trepida attesa della venuta del Signore

La Voce e la Vita della Chiesa: In trepida attesa della venuta del Signore

Diac. Francesco Giglio

Con il periodo di “Avvento” inizia il nuovo Ann Liturgico. Tempo questo segnato dalla “vigilanza e dalla preghiera ”. E’  importante che ognuno di noi si faccia trovare sempre pronto, non solo alla fine della nostra storia individuale ma già da ora, per affrontare con fortezza le tribolazioni della vita. Il Signore ci esorta ad essere pronti e a vigilare perché Egli verrà all’improvviso. Anche se queste possono sembrare parole impegnative che invitano alla conversione, esse sono anche consolanti, perché ci ricordano che la nostra vita è orientata al “Regno”. Essa è attesa del Signore che viene a portarci la salvezza. Non importa quale è la situazione nella quale ci troviamo perché la salvezza è offerta a tutti.    La vita non funziona come la matematica: “ se si cambia l’ordine dei fattori, il risultato è diverso”. Per questo, di fronte all’esortazione di Gesù, che riguarda i tempi ultimi, va posta al principio del cammino della vita della fede, la comprensione che prima viene una promessa che si compie e soltanto di conseguenza –, un comandamento. Prima l’indicativo affermativo: “il Figlio dell’uomo verrà ”, anzi “viene!” Poi l’imperativo “vegliate!”. Dio conosce il cuore dell’uomo, la sua intima nostalgia di eternità, e si fa vicino per realizzare un tale desiderio di infinito. Gesù si appella alla Sacra Scrittura come testimonianza. Ricorda la vicenda di Noè, e di una umanità stordita che Dio stesso vuole scuotere e rinnovare nella vita vera; ricorda di una insistenza da parte di Dio stesso a svegliare i cuori addormentati, per non essere colti alla sprovvista; ricorda il segno ultimo, evidente, eppure trascurato, della vita controcorrente di un giusto – Noè, appunto – e della sua famiglia.

La drammaticità dell’episodio del diluvio manifesta la serietà della questione. Ma mostra anche come il dono di una vita possibile, rappresentato dall’acqua, diventi causa di disperazione e morte per chi non ha creduto alla promessa . “verrà ”. Gesù si appella anche all’esperienza ordinaria della vita, alla naturale propensione a proteggere i propri beni, a garantire la propria sicurezza, a difendere il clima di casa da intrusioni inopportune. La paura che un ladro entri tra le mura domestiche va ben al di là del timore di perdere i propri averi. Non serve sapere l’ora della venuta del ladro per stare ben svegli.  Gesù esprime tutta la verità della nostra esistenza di creature, che, pur non sapendo l’ora, ben sappiamo che la fine verrà. Gesù promette rivelando una verità:” la fine non è l’ingresso all’abisso del nulla, ma l’incontro con Colui che si è mosso per primo per venirci incontro ”.

Gesù promette: “verrà.” A questa consegna di verità, consegue l’appello, che è un ulteriore svelamento: “Tu, o uomo, sei fatto per vegliare in attesa di questa venuta! Tu, o donna, sei creata per custodire e far crescere lo spazio dell’accoglienza di Colui che viene! “. L’atteggiamento del credente, di chi si affida al Dio fedele, non è quello di un ritiro ascetico e timoroso dalle “cose del mondo”, ma una più intensa adesione alla bellezza dell’umano, con le sue concrete espressioni, riconosciuto quale luogo privilegiato per cogliere già le tracce della venuta. Che sarà definitiva, perché trasformerà in definitivo ogni germe di amore sparso nelle piccole scelte di ogni giorno .“Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Mt 24, 42).Ma sapete che verrà. E sapete che vi incontrerà nel qui e ora, nella misura in cui lo starete vivendo concentrati e attenti alla profondità, senza sconsiderati sprechi di energia sulla superficialità dell’esperienza. Lasciate dunque perdere il superfluo, che all’incontro gioioso con il Figlio che viene ci si prepara unificandosi in stili di vita e relazioni di ordinaria sobrietà. Uno dei verbi del tempo di Avvento è “vigilare”: stare attenti , aprire gli occhi, gli orecchi e, soprattutto, il cuore a ciò che accade intorno a noi. Il Signore certamente verrà, ma i modi e i tempi sono a noi sconosciuti. Chi vigila ed è attento ai segni dei tempi non sarà colto alla sprovvista.