L’insieme italiano, per una nuova Italia

L’insieme italiano, per una nuova Italia

Giuseppe Lembo

Con tristezza bisogna saper riconoscere che, soprattutto al SUD, viviamo in un’ITALIA gravemente ammalata nell’economia morente e nei percorsi di un lavoro creativo, il “buon pane” per le attive ed intelligenti generazioni di un passato tristemente cancellato, lasciandosi dietro un vuoto esistenziale che, stando così le cose, nessuno e niente riuscirà a colmare, restituendo al FUTURO una manualità creativa saggia amica dell’UOMO.

Nell’indifferenza di chi dovrebbe vedere, sentire ed intervenire, le tante botteghe artigiane, anima viva di un SUD sempre più dal FUTURO NEGATO, hanno chiuso battenti.

Le loro saracinesche abbassate sono un grave danno economico con un vuoto di FUTURO sempre più incolmabile. Una dismissione triste che fa un male da morire ai tanti territori italiani e meridionali in particolare che sapevano saggiamente vivere di antichi mestieri, trasferiti da una generazione all’altra, con una continuità di FUTURO dalle radici lontane di un passato che, attraversando il presente aveva la sua naturale continuità di vita in un mondo giovane che, ereditandoli, diventavano il loro saggio presente; la loro risorsa di vita che, da una generazione all’altra, garantiva un’anima bottegaia fortemente italiana; un’anima bottegaia di un saper fare italiano che le generazioni dei vecchi mestieri, riutilizzando il sapere dei padri, davano con entusiasmo un’anima presente per poi diventare FUTURO. Alla base di tanta umanità protagoniste di vita nel mondo delle botteghe artigiane dei vecchi mestieri, c’era una grande volontà antropica di un fare creativo che, oltre alla saggezza dell’umanità di un lavoro amico, produceva un autonomo e sicuro reddito familiare,espressione e forza di un’economia italiana che per secoli è stata saggiamente parte di NOI. Oggi, in un mondo italiano confuso e sempre più sottosopra, siamo nella triste condizione di una diffusa dismissione, con la cancellazione dei tanti vecchi mestieri italiani, in se l’anima di un POPOLO che, facendosi un male da morire, si va sempre più negando al FUTURO. In questo nuovo, triste fare italiano della dismissione, c’è un protagonismo che proprio non teme assolutamente concorrenza. Tanto, senza alternative, il frutto di nuovi scenari innovativi e creativi,si va, sempre più tristemente cancellando, il FUTURO ITALIANO e della sua gente che, nel vicinissimo 2060 vedrà (come da previsione ISTAT), l’ITALIA demograficamente dimezzata con una popolazione di solo 30 milioni di ITALIANI, rispetto ai 60 milioni dei nostri giorni.

Un vero e gravemente responsabile disastro italiano, l’amaro frutto di un PAESE che si nega al FUTURO. Tanto, per effetto delle culle vuote e di una fuga biblica di un mondo giovane fatto di braccia e cervelli che cercano per le vie del mondo quel FUTURO AMICO, purtroppo negato nella Terra dei Padri.

Che disastro italiano, con tristi e diffusi scenari di dismissione ed un’ITALIA invecchiata, dai territori degradati e sempre più dismessi! E’ forse questo il cammino nuovo della nuova ITALIA? E’ forse questa l’anima Nuova e falsamente saggia della NUOVA POLITICA ITALIANA? Se così è, siamo ad una vera e propria catastrofe annunciata. Ad una catastrofe italiana crescente e diffusa, il frutto di un altrettanto crescente e diffuso clima di mediocrizzazione italiana che prende fortemente di se, cancellando in tutti i settori, il mondo delle eccellenze italiane, assolutamente necessarie al FUTURO, che ci chiede di innervare un PROGETTO ITALIA con protagoniste le risorse umane rigenerate e capaci di un insieme dell’ESSERE, basato sulla centralità dell’UOMO, attivamente impegnato nel saggio protagonismo dell’IO/NOI che serve all’ITALALIA ed al MONDO, per un MONDO NUOVO, in cammino verso un NUOVO UMANESIMO.