Liceo per tutti

 Liceo per tutti
Giulio Caso
Recentemente il segretario d’Azione, Calenda, ha proposto la frequenza di un liceo per tutti gli studenti.
La proposta ha una sua logica formativa su cui, ognuno, può esprimere il suo parere.
Una considerazione attuale: che titolo di studio hanno gli scrittori?
In ordine decrescente, punto su: Istituti tecnici, commerciali, magistrale (ora liceo pedagogico), licei.
Non è una graduatoria, anzi, ammetto, per primo, che nei licei c’è più studio e formazione. Eppure, anche avendo maggiore formazione umanistica e letteraria, sembra che i liceali si cimentino di meno come scrittori.
Un tecnico (o ex) si butta, poi rivede, controlla e realizza.
 Un liceale no.
 Richiede, a se stesso, la perfezione in corso d’opera.
Se poi, rivedendo il testo, trova un errore, o anche solo un’inesattezza, si fa prendere dai complessi di colpa. S’avvilisce e vengono meno le motivazioni base della scrittura, come puntellare ricordi, esprimersi in libertà.
Mi diceva un tecnico/scrittore che una volta scrisse un racconto, alla sua maniera, cioè molto emozionale e un poco trasgressivo.
Poi, preso dai sensi di colpa perché un parente gli aveva fatto notare un errore (capita anche a loro, anzi..) lo fece rivedere ad un giovane letterato.
Ne uscì una Hiroshima letteraria, una distruzione totale di figurazioni letterarie, una monotonia di frasi perfettine e inutili….
Lo buttò nei rifiuti.
Ora scrive come gli va, ogni tanto controlla se ci vogliono una o due b  o come si scrivono le parole inglesi ed è soddisfatto.
Benvenute tutte le strade che portano alla cultura. Chi sa’ di più sia di sprone agli altri.