Bruxelles: Gruppo PPE, on. Patriciello “Ciò che COVID-19 ha insegnato ad Europa su come battere cancro”

Bruxelles: Gruppo PPE, on. Patriciello “Ciò che COVID-19 ha insegnato ad Europa su come battere cancro”
Aldo PATRICIELLO in the European Parliament in Strasbourg

Ad oggi, ci sono stati circa 1,4 milioni di morti in Europa a causa del Coronavirus, dal primo decesso europeo registrato in Francia il 15 febbraio 2020. Il cancro causa 1,3 milioni di morti all’anno in Europa, di cui 6000 sono bambini. Inoltre, 2,7 milioni di vite sono sconvolte ogni anno a seguito della diagnosi più temuta, di cui 35.000 sono bambini e adolescenti. Il COVID-19 e il cancro non condividono solo questo terribile ritratto. Allo stesso modo, entrambe le malattie possono colpire chiunque, indipendentemente dal suo stato sociale o da dove vive. Il coronavirus e il cancro non sono malattie di prima e seconda classe in Europa; vanno di pari passo.

Nel settembre 2020, il Parlamento europeo ha istituito una commissione speciale per esplorare ciò che l’Europa può fare per battere il cancro. Il lavoro svolto negli ultimi mesi è servito a identificare come, unendo gli sforzi a livello europeo, questo obiettivo poteva essere raggiunto. Come legislatori dell’UE, abbiamo elaborato quella che dovrebbe essere la strada da seguire per realizzare questo obiettivo.

La pandemia di Coronavirus ha già mostrato i vantaggi di lavorare insieme in materia di salute, malgrado le difficoltà e gli ostacoli incontrati. Nella lotta contro il COVID-19, abbiamo cominciato da zero ma, nella lotta contro il cancro,  i sistemi sanitari dell’UE hanno già molta più conoscenza ed esperienza. Immaginate cosa potremmo fare se mettessimo insieme tutte queste conoscenze e competenze. Le lezioni apprese dal COVID-19 mostrano cosa potrebbe fare l’Europa per sconfiggere il cancro.

I trattamenti e le medicine contro il cancro sono molto costosi, ancora di più quando si tratta di tipi di cancro molto rari. Come è stato fatto per i vaccini COVID-19, la Commissione europea dovrebbe promuovere un sistema di approvvigionamento comune europeo che renda questi trattamenti più accessibili sia per i pazienti che per i nostri sistemi sanitari. L’Europa promuoverà un accesso più equo alle medicine e deve incentivare le innovazioni rivoluzionarie, come è stato fatto con i vaccini COVID-19.

L’UE può anche fare la differenza sulla prevenzione, la diagnosi precoce ed il trattamento, sostenendo la ricerca con finanziamenti strutturali dai 95,5 miliardi di euro di Horizon Europe. L’UE deve anche abbattere le barriere ai dati per la ricerca che ora stanno rallentando le soluzioni di trattamento per i tumori rari, molti dei quali colpiscono i bambini. Una “grande legge UE sui dati” potrebbe contribuire a salvare la vita dei bambini incentivando i ricercatori e le aziende farmaceutiche a investire in farmaci specifici per i bambini. Per garantire un trattamento su misura a tutti i pazienti, ogni Stato membro dovrebbe avere almeno un centro specializzato per bambini e giovani adolescenti affetti da cancro.

L’esperienza con il COVID-19 ha dimostrato inoltre che la cooperazione terapeutica a livello transfrontaliero può fare la differenza nel salvare vite umane. Deve diventare più facile per i malati di cancro cercare un trattamento in un altro paese dell’UE o per i sistemi sanitari trasferire i pazienti in un ospedale dove si possono trovare i migliori trattamenti. Ci deve essere un unico insieme di regole di autorizzazione e rimborso in tutti gli Stati membri dell’UE. L’Europa dovrebbe anche fornire una piattaforma per lo scambio delle migliori pratiche nelle cure palliative e sostenere la ricerca nelle cure palliative. Tutti i pazienti meritano il diritto all’oblio, indipendentemente dallo Stato membro in cui vivono. Nessuno nell’UE dovrebbe essere discriminato solo in base al suo passato di malato di cancro. La vita dei malati di cancro e il sostegno a chi li assiste hanno bisogno del nostro migliore sforzo comune.

Questi sono solo alcuni degli esempi in cui l’Europa può fare la differenza. Il Parlamento europeo ha lavorato su come aiutare i malati di cancro, indipendentemente da dove vivono. Attualmente, ci sono cittadini di prima e seconda classe, perché nell’Europa orientale i pazienti hanno il 30% in meno di possibilità di guarire rispetto ai pazienti dell’Europa occidentale. Come legislatori dell’UE, vogliamo assicurarci che la lotta contro il cancro non tenga conto dello status sociale o dei confini.

L’Europa può unire gli sforzi, le conoscenze ed i fondi. Tali risorse richiedono la volontà politica di 27 capi di Stato e di governo. Come già anticipato dal Parlamento, i leader ora devono concordare che l’Europa può battere il cancro insieme piuttosto che combatterlo da sola. Il Parlamento europeo esorta i 27 ministri della salute a non sottrarsi a questa sfida ed invita ad affrontarla con la stessa determinazione che i malati di cancro in Europa mostrano quotidianamente nel combattere la loro battaglia.

Cindy Franssen, coordinatrice Gruppo PPE commissione speciale sulla lotta contro il cancro al Parlamento europeo

Aldo Patriciello, membro Gruppo PPE commissione speciale sulla lotta contro il cancro al Parlamento europeo