Salerno: Masuccio Salernitano (1410-1475)     

Salerno: Masuccio Salernitano (1410-1475)     

Maria Amendola

Tommaso Guardati è stato uno scrittore e novellista ed è conosciuto con il nome di “Masuccio Salernitano” o “Masuccio da Salerno” (Salerno o Sorrento, 1410 circa – Salerno 1475). Egli stesso nella sua opera più famosa “Il Novellino” asserisce di essere nato sotto il segno dell’ariete (questo segno zodiacale cade temporalmente tra marzo ed aprile). Aveva un fratello medico di nome Francesco e una sorella di nome Ippolita che sposò il giurista Bernuccio Quaranta da Salerno, mentre i sui genitori erano la magnifica Margaritella de’ Mariconda e di un nobile della famiglia sorrentina dei Guardati, il magnifico Loise (Luigi). Si ipotizza che Tommaso potesse essere il figlio primogenito, in quanto egli portava il nome del nonno paterno (come imponeva la tradizione dell’epoca). Masuccio da giovane, dopo una breve parentesi di studi ecclesiastici, si dedicò alla carriera di funzionario dello Stato trasferendosi poi a Napoli presso la corte del principe spagnolo Alfonso d’Aragona (detto il Magnanimo, 1396-1458), un ambiente umanista dove si integrò presto e perfettamente. Giovanni Pontano (noto come Gioviano Pontano, 1429-1503, il massimo esponente dell’umanesimo napoletano del ‘400 nonché dell’Accademia Pontaniana) in un celebre epitaffio asserì che Masuccio Salernitano era nato e morto nella stessa città, per tale motivo quelle incertezze storiche riguardanti il suo luogo di nascita si risolvono in quanto morì certamente nella città di Salerno, riducendo così quasi del tutto l’ipotesi circa la sua nascita a Sorrento (luogo d’origine di suo padre Loise (Luigi). A Napoli il novellista strinse numerose amicizie con intellettuali, con nobili campani e spagnoli, con ambasciatori di diverse città italiane e con esponenti della famiglia reale e della corte. Ritornò a Salerno dopo l’anno 1463 e divenne segretario del principe Roberto Sanseverino (1430 circa – 2 dicembre 1474) a cui è dedica la novella VI de “Il Novellino”. Masuccio dopo l’anno 1440 sposò una nobildonna nativa di Manfredonia ovvero la nobile Cristina de Pandis dalla quale ebbe cinque figli di cui quattro intrapresero la carriera ecclesiastica: Loise (come da tradizione che ricevette il nome del nonno paterno), Alferio, Vincenzo e  Adriana (suora), mentre Caracciola, damigella della duchessa di Calabria sposò Antonio Fagella. Così il ramo principale della famiglia Guardati si estinse rispettivamente nella famiglia Fagella e in quella Quaranta. Masuccio Salernitano è anche chiamato da alcuni “il Boccaccio Napoletano” e come detto in precedenza è l’autore de “Il Novellino”, una raccolta di cinquanta racconti satirici e grotteschi, peraltro si tratta di una pubblicazione postuma nel 1476 ad un anno dalla morte dell’autore quindi, ma molti dei racconti erano stati già singolarmente pubblicati tra il 1450 e il 1457. I racconti hanno una forte tendenza anticlericale ed il testo non è scritto in prosa toscana ma l’autore utilizza termini dialettali napoletani e latinismi. Ogni novella è dedica a un personaggio famoso (dedica avvenuta a mezzo di lettera introduttiva)  ed infine  la “morale” della storia è contenuta nell’epilogo. Francesco del Tuppo curò la pubblicazione dell’opera dedicata alla nobildonna Ippolita Sforza. Per quanto riguarda la sepoltura del Masuccio gli storici hanno considerato varie ipotesi tra le più vi è quella dello storico salernitano Matteo Fiore (1874-1960) che asserisce che il Masuccio fu sepolto nell’antica Chiesa di Santa Maria de Alimundo di Salerno, esattamente in una nicchia priva di iscrizione locata presso il centro del pavimento, mentre  secondo un’altra ipotesi egli sarebbe stato sepolto fuori dalle mura della Città di Salerno, quindi in terra sconsacrata, proprio a causa delle sue opere considerate “audaci” e soprattutto perché sembra che lo scrittore quattrocentesco fosse spirato senza ricevere i sacramenti religiosi, e per tal motivo si ritiene che il corpo fu traslato in qualche chiesa della città di Salerno solo successivamente dai figli che lasciarono il sepolcro privo di iscrizione, per ovviare probabili ripercussioni. La chiesa che probabilmente ha accolto le spoglie del novellista salernitano è proprio Santa Maria de Alimundo, l’antica chiesa situata tra via Tasso e Largo Montone.

Curiosità:

– “Il Novellino”, a causa della tendenza anticlericale, fu inserito nel 1557 nel primo “Indice dei libri proibiti” della Santa Congregazione dell’Inquisizione di Roma;

– le figure di Mariotto e Ganozza della XXXIII novella del Masuccio ispirarono “Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti” di Luigi da Porto (1485-1529) che pur indirettamente fu fonte di ispirazione per l’opera di “Romeo e Giulietta” del drammaturgo William Shakespeare (1564-1616).