La Voce e la Vita della Chiesa: “La vita è tutta un’attesa”

Diac. Francesco Giglio

Matteo (25, 1-13) è l’unico degli evangelisti che racconta la parabola delle dieci vergini cioè quella delle dieci ragazze che, per cominciare la festa, attendevano l’arrivo dello Sposo. E’ una bellissima parabola molto conosciuta ma anche particolarmente curiosa e ha  come riferimento la vita cristiana, che nei Vangeli  viene presentata proprio come una magnifica festa di nozze.  Matteo richiamandosi alle usanze del Medio Oriente, ed in particolare al modo di celebrare il matrimonio , fa riferimento non solo al cammino della Chiesa come “Sposa di Cristo” ma anche al singolo cammino del credente in attesa della partecipazione al “banchetto festoso” e dell’incontro definitivo con il “Cristo Sposo”. Anche la nostra vita è un susseguirsi di attese: l’infanzia, la fanciullezza, la gioventù, il primo amore, il diploma, la laurea, il lavoro, ecc… Se solo ci soffermassimo a comprendere bene il significato di questa parabola scopriremmo anche le tappe del nostro cammino spirituale: il Battesimo, la Prima Comunione, la Cresima o Confermazione, la scelta di vita (religiosa o laica), il fidanzamento e infine il matrimonio. Il fidanzamento come periodo di attesa al matrimonio e il matrimonio come assunzione di responsabilità nella creazione di una famiglia e vincolo  indissolubile di reciproco amore e fedeltà.

Il cammino continua con l’attesa dei figli, della loro crescita, dei viaggi, dei nipoti, della pensione… Anche di cose a volte banali quale: una vincita alla lotteria, una inaspettata eredità, l’attesa di persone che vogliamo incontrare, di una telefonata che non arriva, di una promozione, ecc… Tra queste tante attese c’è anche quella del “regno di Dio” e l’incontro con lo Sposo Gesù che dà senso alla nostra esistenza e ci spinge ad uscire da una vita monotona senza un fine, priva di prospettive e a volte banale. Il Vangelo ci esorta ad essere persone e cristiani vigili, sapendo che a una imprecisata ora le tappe del disegno di Dio si realizzeranno e che l’arrivo dello Sposo ci dovrà trovare pronti e svegli. L’invito è quindi di vivere ad occhi aperti, dando a Dio e ai fratelli l’attenzione che meritano. Come le dieci vergini anche noi dobbiamo con gioia attendere l’alba così come recita il Salmo 63: “ O Dio tu sei il mio Dio, all’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia… Nel mio letto di te mi ricordo, e penso a te nelle veglie notturne”.

Purtroppo la nostra vita, anche quella della fede, conosce momenti di indifferenza, di stanchezza, di allontanamento e perfino di sonnolenza. Chiediamo al Signore di perdonare la nostra impazienza, di aumentare le nostre gioie e le nostre speranze. Possa  concederci la sapienza del cuore per   liberarci dalla superficialità e  vivere come figli amati dal Padre. Dio ci doni il discernimento adatto per vagliare con  attenzione ciò che è utile, per raggiungere le mete posteci davanti;  ci consenta di indossare il vestito per le nozze, di avere una lampada splendente con una ricca scorta di olio ed in modo particolare  tanta perseveranza e tanta pazienza per superare le prove e le difficoltà che incontriamo lunghe le attese della vita.