Salerno: Coronavirus, infettivologo Luigi Greco "Dati in ascesa allarmanti, territorio completamente abbandonato!"

Rita Occidente Lupo
“Territorio completamente abbandonato a se stesso, con pazienti che s’appellano a medici non sempre valorizzati. Mi rendo conto che hanno dato e danno tanto, per cui spesso delusi per come vengono stimati, optano per inviare a strutture ospedaliere pazienti sospetti Covid-19, non fronteggiando la mole di richieste!”
L’infettivologo Luigi Greco, alla luce dei crescenti dati di positività al Covid-19, scuote il capo seriamente preoccupato dell’evolversi della pandemia, per tanti motivi, tra i quali la risposta sanitaria. “Stiamo assistendo ad un maggior numero di casi positivi in Campania, in questa terza fase, superiore alla prima, che conta incremento anche di decessi. L’80% di asintomatici o di pauci sintomatici, che scoprono la condizione solo per caso, spesso non sa come regolarsi: il più delle volte e prima di conoscere la propria condizione di salute, ha avuto tante relazioni, che rendono arduo ricostruire  la curva dei contagi. La lentezza poi diagnostica, dovuta a tamponi effettuati dopo giorni, in pazienti che son stati a contatto di positivi, finisce per far propagare il virus. Devo constatare che se nella prima fase, i medici di base erano più presenti, in questa nuova declinano addirittura di far tamponi. Ed i pazienti, abbandonati a se stessi, tra mille ansie ed insicurezze a chi rivolgersi.  A curarsi da soli in casa, semmai con cortisonici che abbassano difese immunitarie se non ce n’è reale bisogno. Naturalmente vedono negli ospedali l’unico approdo quando avvertono sintomi, anche influenzali o di altra natura. Ed i nosocomi scoppiano, perchè non possono sopperire a tante richieste! Tanti pazienti, in codice verde, occupano posti che dovrebbero esser destinati all’urgenza Covid.
Nella stessa rianimazione non solo intubati, ma anche quanti hanno bisogno d’assistenza respiratoria, che potrebbero defluire nella sub intensiva. Il dramma è che in questa seconda ondata pandemica, che ci sta inginocchiando più della prima, assente ogni sorta d’assistenza domiciliare: una Sanità che frana, lasciando il territorio sguarnito d’opportuno presidio assistenziale! Come per altre epidemie, anche questa da Covid-19 passerà ma intanto,  essendo seria, richiede senso civico, nel rispetto di regole anti contagio e nell’osservanza della prevenzione. Che andava progettata nei mesi scorsi, anziché pensare tour vacanzieri o assembrate sale da ballo estive. Dalla lettura dei dati locali, rispetto a quelli del Nord, registriamo incremento di positività: oggi siam nella bufera che colpì il Nord del Paese a Marzo scorso.
E naturalmente si pretende che siano ancora una volta gli Ospedali a fronteggiare in toto sintomatici ed asintomatici. Dimenticando che esistono anche altre patologie, che ultimamente sembrano trascurate. Con il Coronavirus, purtroppo mutato il rapporto sanitario:  il medico al capezzale del paziente a trasfondergli sicurezza, fiducia, coraggio, nell’affrontare qualsiasi patologia, oggi deve mantenere le debite distanze, dietro paraventi protettivi anti contagio, a debita distanza. Decisamente un momento difficile quello attuale, ma da medico non posso non appellarmi ancora una volta al territorio, invocando il recupero di quel rapporto socio-sanitario crollato, sapendo che noi medici abbiamo la responsabilità della salvezza di tante vite umane!”